Da venerdì 16 giugno è disponibile in radio e su tutte le piattaforme digitali “Dormire abbracciati”, il nuovo singolo di Jacopo Ratini. La canzone affronta, in modo ironico ma riflessivo, un argomento scottante e divisivo per molte coppie: dormire abbracciati o separati durante la notte?
Il videoclip, che vede protagonisti Jacopo Ratini, un orso di peluche e un materasso, è una sorta di manuale delle possibili posizioni che una coppia può assumere per dormire insieme. Da quelle più romantiche, comode e rilassanti, a quelle più assurde e snervanti. Chi rimane immobile per tutta la notte, chi si muove in continuazione, chi soffre il calore da contatto fisico, chi ama rimanere sotto le coperte anche in piena estate; in un letto che può diventare, in pochi istanti, un nido d’amore oppure un campo di battaglia.
Intervista
Ciao Jacopo, sappiamo molte cose di te ma ci racconti qual è la spinta che ti ha portato a fare musica? C’è stato un episodio che ha fatto scoccare la scintilla?Durante l’occupazione scolastica del mio secondo anno di Liceo vidi questo ragazzo con la chitarra che cantava le sue canzoni, circondato da mille persone che lo ascoltavano affascinate. In quel momento esatto ho deciso che avrei voluto iniziare a suonare la chitarra e a scrivere canzoni, proprio come lui. Qualche mese dopo, infatti, ho composto il mio primo brano e da lì in poi non ho mai più smesso.
Hai appena pubblicato un singolo: “Dormire abbracciati”. Qual è stato il lavoro che hai fatto per portarlo a termine e in quanto tempo è nato il testo?
La canzone l’ho scritta nell’estate del 2017. Sono partito da un giro di accordi di chitarra sui quali ho cominciato a cantare una melodia e, dulcis in fundo, ho scritto il testo. È una di quelle canzoni fortunate che nascono in poche ore e le parole escono in modo spontaneo, come se fossero già pronte ad essere scelte, scritte e utilizzate.
Nella tua carriera sei stato affiancato anche da una major. Hanno tentato di uniformarti a qualcosa che già c’era oppure ti hanno lasciato libero?
Sono approdato in Universal dopo una lunga gavetta e un importante percorso da artista indipendente, perciò mi hanno lasciato libero di inserire nel mio primo album le canzoni che avevo scritto nel periodo precedente alla mia partecipazione al Festival di Sanremo. Non ho mai sentito grandi pressioni da parte loro, né ho visto tentativi palesi di uniformarmi ad altri artisti presenti nella loro casa discografica.
Cosa ti infastidisce, nella vita così come nell’arte, e cosa, invece, ti entusiasma?
Mi infastidisce da morire la falsità; mi entusiasmano, invece, l’originalità e l’autenticità.
Prossimi step di questa tua avventura musicale?
Un altro singolo in autunno e un concerto nella mia città (Roma) per riabbracciare finalmente, dal vivo, il mio pubblico.