nuovo album Archivi - Sound Contest https://www.soundcontest.com/tag/nuovo-album/ Musica e altri linguaggi Wed, 10 Apr 2024 16:46:19 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.1.1 Raffaella Zago: “Love Letters” è un album di black music dal respiro internazionale https://www.soundcontest.com/raffaella-zago-love-letters-e-un-album-di-black-music-dal-respiro-internazionale/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=raffaella-zago-love-letters-e-un-album-di-black-music-dal-respiro-internazionale Wed, 10 Apr 2024 16:46:19 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=64650 “Love Letters”, il primo album della cantautrice urban Raffaella Zago, è disponibile su tutte le piattaforme digitali e in vinile. Il disco esce per l’etichetta milanese Groovin Recordings e arriva poco dopo che uno dei suoi brani, “So Precious”, è entrato nella top ten della UK Soul Chart. IL DISCO: “LOVE LETTERS” Anticipato da tre […]

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“Love Letters”, il primo album della cantautrice urban Raffaella Zago, è disponibile su tutte le piattaforme digitali e in vinile. Il disco esce per l’etichetta milanese Groovin Recordings e arriva poco dopo che uno dei suoi brani, “So Precious”, è entrato nella top ten della UK Soul Chart.

IL DISCO: “LOVE LETTERS”

Anticipato da tre singoli – “Money Trees”, “Open Your Heart” e “Zoso” – l’album di debutto dell’artista di origine padovana residente a Milano contiene 10 brani influenzati da soul, jazz, funk e hip hop che trattano a più riprese il tema dell’amore.

Così l’artista classe 1998 racconta la genesi del disco:

Dopo aver finito di scrivere quasi tutti i pezzi, mi sono resa conto che, a parte ‘Money Trees’, ogni canzone, involontariamente, era dedicata a qualcuno, smossa sempre da un forte sentimento d’amore. Dunque in questo mio primo album sono presenti varie sfaccettature di quello che è ‘l’amore attraverso i miei occhi’, nel modo più sincero e genuino possibile, mescolando anche vari generi musicali che hanno sempre fatto parte della mia vita e mi rappresentano al 100% come soul, jazz, funk e hip hop“.

Nel 2023 Raffaella Zago ha attirato presto attenzioni con il suo primo brano ufficiale, la reinterpretazione in chiave nu-soul di “Money Trees”, brano del rapper più lodato dell’ultimo decennio, Kendrick Lamar, per cui ha composto una nuova melodia.

Tutti gli altri pezzi di “Love Letters”, in cui Raffaella Zago si rivolge a persone che hanno fatto o fanno parte della sua vita, ribadiscono le sue doti vocali, di scrittura e composizione.

Raffaella Zago, infatti, ha scritto, interpretato e composto – in questo caso insieme a Max Greco e Antonio Liso – tutte le canzoni del disco che, grazie all’uso dell’inglese, hanno un respiro internazionale.

E a valorizzare ulteriormente il talento della giovane artista c’è una band che dà corpo a un suono black contemporaneo composta da Giuseppe Lai (chitarra), Eveline Lucchini (basso), Vincenzo Garofalo (batteria), Alessio Profeti (batteria e percussioni) e dagli stessi Antonio Liso (chitarra) e Max Greco (tastiere).

RAFFAELLA ZAGO: LA BIO

Raffaella Zago, nata a Padova nel 1998, comincia a studiare pianoforte a otto anni per poi proseguire questo percorso al liceo musicale come pianista classica e con lo studio del canto lirico.

A 20 anni frequenta il CPM di Milano conseguendo la laurea triennale in canto pop-rock con una tesi intitolata “La black music dagli anni ‘90 ad oggi”. A fine 2023 pubblica per Groovin Recordings la sua reinterpretazione di “Money Trees” di Kendrick Lamar, seguita, a stretto giro, dai suoi primi inediti ufficiali, “Open Your Heart” e “Zoso”.

È autrice e compositrice, collabora con Max Greco, co-produttore musicale dei suoi brani, e con una band di musicisti che la affianca sia in studio sia nelle date dal vivo.

 

L’ETICHETTA: GROOVIN RECORDINGS

Groovin Recordings nasce nel 2015 da un’idea di Paolo Rey e Alex De Ponti, titolari di Vinylbrokers, negozio di dischi milanese. Essendo a stretto contatto con il mondo del vinile, i due fondatori conoscono bene i titoli che cominciano a diventare “hard to find”, così l’etichetta si prefigge di soddisfare questa esigenza del mercato, affermandosi in pochi anni come una delle realtà più forti nel settore delle ristampe.

Il catalogo va dalla soul/disco più classica a quella più underground fino alla house music, dai titoli più di nicchia a quelli più popolari. Dal 2021, Groovin dà spazio a giovani produttori, come i francesi Groove Boys Project e il colombiano Felipe Gordon, con il preciso intento di promuovere i nuovi talenti. Nel 2023 avviene il passaggio a un livello superiore con la completa produzione (esecutiva e artistica) di Raffaella Zago.

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Chiara Atzeni: “Esodo” è il nuovo album della cantautrice genovese https://www.soundcontest.com/chiara-atzeni-esodo-e-il-nuovo-album-della-cantautrice-genovese/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=chiara-atzeni-esodo-e-il-nuovo-album-della-cantautrice-genovese Mon, 01 Apr 2024 16:05:11 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=64568 Da venerdì 29 marzo è su tutte le piattaforme digitali “ESODO”, il nuovo lavoro in studio della cantautrice genovese Chiara Atzeni. Anticipato dal singolo “Dove sei”, già in rotazione radiofonica e disponibile in digitale, “ESODO” è un concept album che trae ispirazione dalla storia dell’esodo giuliano dalmata per svilupparsi in un racconto introspettivo di più ampio respiro, incentrato sulle […]

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Da venerdì 29 marzo è su tutte le piattaforme digitali “ESODO”, il nuovo lavoro in studio della cantautrice genovese Chiara Atzeni.

Anticipato dal singolo “Dove sei”, già in rotazione radiofonica e disponibile in digitale, “ESODO” è un concept album che trae ispirazione dalla storia dell’esodo giuliano dalmata per svilupparsi in un racconto introspettivo di più ampio respiro, incentrato sulle tematiche del non ritorno, dell’abbandono e della ricerca delle proprie radici.

Il disco, prodotto da Luca Moretti per MaBa Edizioni, nasce dopo una gestazione di quattro anni e rappresenta l’evoluzione in musica dell’omonimo libro di Chiara Atzeni, in cui si narra una storia d’amore sullo sfondo delle travagliate vicende che travolsero l’Istria, il Quarnaro, Fiume e Zara quando passarono dall’Italia alla Jugoslavia. Le stesse vicende che costrinsero la famiglia della cantautrice ad abbandonare la propria terra, le proprie case, il senso stesso della propria vita. L’album e il libro sono legati a doppio filo dalla stessa genesi e dalla volontà di pervenire a una “catarsi” collettiva e individuale. “ESODO” è la divulgazione di una memoria comune a migliaia di persone, come riflessione e cura delle più profonde ferite personali. Un viaggio nella storia, così come nell’io più profondo.

«Ho concepito questo disco come un libro, in cui ogni brano, pur rappresentando un mondo a sé, è legato al successivo da una semantica profonda – Racconta Chiara Atzeni – Il progetto è nato dalla necessità di raccontare una storia, quella dell’esodo giuliano, sconosciuta, controversa, dibattuta. Ma ciò che muove l’intero lavoro sono le emozioni, gli stati d’animo, l’introspezione. 

Chiara Atzeni

Il progetto ha iniziato a vedere la luce col brano “Esodo”, il più narrativo e connesso al libro, di cui scandisce ogni capitolo. Disco e libro sono una naturale evoluzione di quel brano, che racchiude in sé il senso di tutto».

Ad aprire “ESODO” è la title-track; brano, intenso, viscerale, nostalgico, che in tre minuti e trenta concentra la storia dei nonni, esuli giuliani del secondo dopoguerra e, nel contempo, la storia di migliaia di persone unite da un destino simile.

I testi, riflessivi e sempre mirati alla ricerca del vero, si accompagnano a un paesaggio musicale variegato, in cui si alternano, di volta in volta, sonorità ruvide e più raffinate, chitarre distorte e archi, brani strumentali e ballate pop. Nove tracce caratterizzate da una scrittura intima, introspettiva e matura, ma al tempo stesso fresca e accattivante.

“ESODO” sarà presentato per la prima volta dal vivo venerdì 5 aprile al Cinema Columbia di Ronco Scrivia (GE). L’evento è a ingresso libero.

Tracklist 1. Esodo; 2. Dove sei; 3. Hai mai notato che gli addii; 4. Dalla scatola di legno, parte I; 5. Ronco; 6. Dalla scatola di legno, parte II; 7. Immunità; 8. Amica; 9. Cosa è casa

CREDITI

Testi di Chiara Atzeni
Musiche di Chiara Atzeni
Riprese audio: Luca Moretti presso MaBa Studio
Mix e mastering: Mattia Cominotto presso Greenfog studio di Genova
Hanno suonato: Luca Moretti (percussioni, batteria, tastiere), Chiara Atzeni (chitarre, ukulele), Edoardo Lattes (basso), Maurizio Bavastro (basso), Simone Cricenti (violoncello),
Federico Bragetti (violoncello), Federica Vallebona (violoncello), Maurizio Borzone (violino e viola).

Grafiche di Luca Moretti

BIO

Chiara Atzeni è chitarrista, cantautrice e docente di liceo.
Nasce a Genova e cresce in un paese di provincia; a dieci anni inizia a suonare la chitarra e il pianoforte da autodidatta e a quindici si avvicina alla scrittura; ma le sue prime canzoni prendono forma a ventidue anni, mentre lavora come cameriera ad Alicante.
È laureata in Lettere Moderne, in Chitarra Classica e Didattica della Musica, ed è docente di chitarra presso il Liceo musicale di Genova.
Alla vita accademica, affianca da sempre la scrittura, caratterizzata da un animo introverso e riflessivo. Nell’estate del 2012 si dedica al suo primo lavoro cantautorale. Nel 2018 esce il disco “COME SE NON FOSSI MAI ESISTITA”, ma è nel 2021 che Chiara arriva a un pubblico più ampio con l’uscita di “Esodo”, brano narrante in musica la storia dei nonni, esuli giuliani del dopoguerra.

 

https://www.instagram.com/chiara_atzeni_cantautrice/
https://www.facebook.com/chiaraatzenicantautrice

https://www.youtube.com/@chiaraatzeni1106

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Heath Ledger, il ritorno di Lord Madness tra rap e black humor https://www.soundcontest.com/heath-ledger-il-ritorno-di-lord-madness-tra-rap-e-black-humor/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=heath-ledger-il-ritorno-di-lord-madness-tra-rap-e-black-humor Sat, 23 Mar 2024 16:04:53 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=64433 Heath Ledger è il titolo del nuovo album dell’MC romano Lord Madness, disponibile in tutte le piattaforme da venerdì 15 marzo per Music Against the Walls. A più di due anni dall’ultimo lavoro Delorean, uno dei più rappresentativi artisti della scena rap della Capitale torna con un disco che raffigura tutte le sue sfumature artistiche […]

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Heath Ledger è il titolo del nuovo album dell’MC romano Lord Madness, disponibile in tutte le piattaforme da venerdì 15 marzo per Music Against the Walls.

A più di due anni dall’ultimo lavoro Delorean, uno dei più rappresentativi artisti della scena rap della Capitale torna con un disco che raffigura tutte le sue sfumature artistiche e personali. Heath Ledger si presenta quasi come un concpet album, ma non lo è del tutto.

Nella prima metà si trovano tutte le componenti legate al suo approccio black humor, con tinte che passano dalla street attitude a dei live-banger a volte più club altre volte più party. Una sorta di joker delle rime, con una visione sarcastica e grottesca tra il serio e il faceto. Da un lato cattivo e provocatorio, dall’altro divertente allo stesso tempo.

Nella seconda parte Lord Madness si toglie la maschera e si mette a nudo. Joker lascia spazio alla sua coscienza che emerge tra i beat e le barre. Ogni singola traccia è totalmente autobiografica. C’è Michele, la persona, il suo vissuto e le crepe che ha nel cuore ma con voglia di rivalsa anche grazie alla musica e al background che lo ha reso “guerriero”. Il sound spazia in un’ampia gamma di sonorità, anche grazie alla varietà di producer come Promo L’inverso (che ha curato anche tutta la direzione artistica dell’album), Stoma, BellaEspo, Gian Flores, Libberà, Dr Testo e Daniele Esperanza.

Nelle barre dell’MC romano emergono il dolore e la sofferenza di una vita, seppur affrontati con ironia e disillusione. Uno spaccato del suo vissuto dove il suo approccio disincantato diventa lo scudo per affrontare la quotidianità.

Il lirismo è messo in primo piano sia su beat dal sapore classico con sonorità jazz, soul, 90s, sia in scenari sonori più ballabili che strizzano l’occhio alla dance come alla trap. Il tutto impreziosito dagli scratch di DJ Snifta e DJ Kamo.

Non mancano numerosi ospiti sia dal mondo del rap, sia da quello del pop. Le rime di Sensei, Gast, Brain e Kiave, si mescolano con le liriche di Kiquè, Shak Manaly, Vaniss, Suni e Nicoletta Scarpinella.

Heath Ledger si completa con due bonus track che ribadiscono le qualità tecniche dell’artista. Metriche, flow, punchline, metafore e arguti giochi di parole, sono tutte abilità che hanno caratterizzato la produzione di Madness fin dagli esordi.

Anche se bipolare e controverso -commenta l’artista- Heath Ledger nella sua varietà rimane un disco omogeneo e coerente dove la comfort zone è proprio non averne una”.

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Esce “Diversity” il primo album di Diletta Longhi https://www.soundcontest.com/esce-diversity-il-primo-album-di-diletta-longhi/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=esce-diversity-il-primo-album-di-diletta-longhi Wed, 07 Feb 2024 09:27:22 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=63726 Disponibile dal 26 gennaio 2024 per Birdbox Records in CD e sulle piattaforme di streaming digitale “Diversity” è un concentrato di piccoli universi “diversi” fatti di sonorità e «messaggi sussurrati ad alta voce». Diletta Longhi è alla sua prima uscita ufficiale con un album in bilico tra jazz e world music. Si respirano suoni africani, […]

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Disponibile dal 26 gennaio 2024 per Birdbox Records in CD e sulle piattaforme di streaming digitale

“Diversity” è un concentrato di piccoli universi “diversi” fatti di sonorità e «messaggi sussurrati ad alta voce». Diletta Longhi è alla sua prima uscita ufficiale con un album in bilico tra jazz e world music.

Si respirano suoni africani, europei e americani in alcune delle loro forme ed evoluzioni, dal reggae al jazz, dal soul all’hip-hop, dal pop al rock. La voce calda e corposa di Diletta Longhi è il filo conduttore di questo album eterogeneo che non smette di stupire ad ogni ascolto.

Dal 26 gennaio, “Diversity”, title track dell’album di debutto di Diletta Longhi sarà disponibile per la messa in onda radiofonica. Il primo messaggio associato al lancio dell’album della giovane Singer e songwriter è «Diversity is something good» e si presenta con un sound nu jazz ispirato alla nuova scena americana.

Diletta Longhi nasce a Lecco, animo sensibile e attenta osservatrice del mondo, sin da giovanissima ama giocare con le parole che diventano sin da subito poesia (ha pubblicato In bilico, trovo l’equilibrio per Habanero/Erga Edizioni, 2018). Diplomata al Conservatorio di Parma con Serena Ferrara e specializzatasi al Conservatorio di Bari con Gianna Montecalvo, oggi insegna, scrive e compone.

«Credo che il disco presenti un buon equilibrio fra scrittura, arrangiamento e libertà espressiva. Per me è molto importante dare valore alle parole che si pronunciano e al messaggio che si vuole lanciare» racconta Diletta Longhi. La musica è un linguaggio universale e come tale può trattare anche argomenti importanti e sensibili che possono essere colti da più persone. E se si ha un dono, e anche una spiccata sensibilità come nel caso di Diletta, non si può far altro che esserne il tramite.

«In “Diversity” si canta d’amore ma non solo; mi lascio andare a riflessioni sull’evoluzione umana, che diventa consapevolezza di ciò che riserva il futuro all’essere umano e del rapporto con la Natura». Un album con dei concetti su cui riflettere, lanciati al mondo e lasciati andare, come semi in balia del vento «nella speranza che trovino nuove terre fertili in cui depositarsi per poi germogliare». 

Otto, in totale i brani – oltre al singolo e title track Diversity – che compongono l’album: Under Water è il brano che ha convinto il patron di Birdbox Records, Lorenzo Vella ad investire sul progetto su sollecitazione del chitarrista Francesco Mascio. We belong to the Forest è un messaggio di rispetto nei confronti della Natura.

Looking into Myself nata inizialmente come Ballad è un inno alla vita che richiama le sonorità a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70. A Change is meant to come è un funky jazz in duetto con Nicola Scagliozzi. In Sometimes emergono le chitarre elettriche. Voglio un mondo vero, unico brano in italiano, è un “j’accuse” alla società moderna, all’informazione, all’economia, ai singoli individui. L’album termina con una ninna in spagnolo, Canción de Cuna.

La formazione che ha registrato il disco è composta da sette eccellenti musicisti provenienti da diverse zone d’Italia: dalla Puglia, Nicola Scagliozzi, pugliese, che oltre ad occuparsi degli arrangiamenti, ha suonato basso, contrabbasso, chitarra, percussioni e cori; e Antonio Cicoria alla batteria.

Sempre pugliese, ma attualmente a Firenze, Flavio Buccino, alle percussioni africane, sudamericane e alla Kora. Dal Lazio, Francesco Mascio alle chitarre e Giuseppe Sacchi al pianoforte, al Rhodes e al Synth. Luigi Acquaro (pugliese) al sax tenore, Roberto Solimando (pugliese trapiantato a Bologna) al trombone ed il partenopeo Raimondo Esposito a tromba e flicorno.

“Diversity” è disponibile dal 26 gennaio 2024 in CD e sulle piattaforme di streaming digitale, oltre che direttamente nello store del sito ufficiale di Birdbox Records. Il vinile e il master tape saranno pubblicati nei prossimi mesi e avranno una bonus track esclusiva.

Tracklist

  1. Under Water – 05:02
  2. We belong to the Forest – 05:08
  3. Diversity – 04:21
  4. Looking into Myself – 03:41
  5. A Change is meant to come – 03:48
  6. Sometimes – 03:40
  7. Voglio un mondo vero – 05:20
  8. Canción de Cuna (03:46)

Line Up:

  • Diletta Longhi | lead vocal
  • Nicola Scagliozzi | bass, double bass, el. guitars, percussion, backing vocals
  • Antonio Cicoria | drums
  • Flavio Buccino | african and south american percussion, kora
  • Francesco Mascio | electric and classical guitars
  • Giuseppe Sacchi | piano, Rhodes, synth
  • Luigi Acquaro | tenor sax
  • Roberto Solimando | trombone
  • Raimondo Esposito | trumpet, flugelhorn

 

Credits:

Produced by Lorenzo Vella | BIRDBOX RECORDS

Registrato al Nightingale Studios, Palombara Sabina (RM)

Recording/mixing engineer: Lorenzo Vella

Mastering engineer: Lorenzo Vella

Illustazione di copertina: Nerina Fernandez

Artwork: Nerina Fernandez

 

L’etichetta

Birdbox Records è una giovanissima etichetta discografica fondata nel 2021 da Lorenzo Vella. Si occupa principalmente di jazz e nel suo roster si possono trovare artisti di spessore: i pianisti Luca Mannutza e Francesca Tandoi; i chitarristi Umberto Fiorentino, Claudio Quartarone e Francesco Mascio; i sassofonisti Max Ionata e Paolo Recchia; il batterista Sasha Mashin, solo per citarne alcuni.

La peculiarità delle registrazioni è data dalla scelta degli ambienti, capaci di restituire un suono il più naturale possibile e catturato durante il processo di acquisizione. Due tecniche microfoniche sono normalmente utilizzate e combinate: la classica multimicrofonica (con microfoni vintage) e la binaurale (che restituisce all’ascoltatore la sensazione di essere parte integrante dell’evento al momento dell’esecuzione).

Birdbox Records crede che ogni tecnologia per la registrazione e la riproduzione audio sia valida. Ecco perché continua a dare vita ad ogni formato di riproduzione musicale – CD, LP, cassette, bobine – compreso il formato digitale. Questa varietà di formati sta suscitando molto interesse soprattutto all’estero, dove Birdbox Records, in poco tempo è riuscita ad interessare distributori in tutto il mondo (Giappone, Cina, Spagna, Germania, USA, Canada, etc.).

 

Contatti:

Info per radio, stampa e TV: segreteria@top1communication.eu

Stefania Schintu: +39 347 0082416 • Giovanni Spinosa: +39 346 3174617

Info Label: Sito web Ufficiale: Birdbox Records • YouTube: Birdbox Records

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The Public Radar, con Neon Rain si viaggia negli 80s https://www.soundcontest.com/the-public-radar-con-neon-rain-si-viaggia-negli-80s/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=the-public-radar-con-neon-rain-si-viaggia-negli-80s Thu, 25 Jan 2024 18:49:10 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=63700 Neon Rain è il titolo del nuovo album della formazione romana The Public Radar, disponibile da giovedì 25 gennaio in tutte le piattaforme digitali pubblicato da Pop Up Records. La band nata nel 2012 composta da Max Alto (voce e chitarra) e Francesco Conte (chitarra e synth), torna oggi a quasi 10 anni dal precedente […]

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Neon Rain è il titolo del nuovo album della formazione romana The Public Radar, disponibile da giovedì 25 gennaio in tutte le piattaforme digitali pubblicato da Pop Up Records.

La band nata nel 2012 composta da Max Alto (voce e chitarra) e Francesco Conte (chitarra e synth), torna oggi a quasi 10 anni dal precedente “A new sunrise” con un lavoro che conferma lo stile e la visione che ha sviluppato negli anni.

Per questo disco si sono avvalsi della collaborazione del produttore inglese Steve Lyon, già dietro al mixer per gruppi iconici come Depeche Mode e Cure. Il tocco di Lyon, che ha co-prodotto assieme alla band tutto il disco, è evidente proprio per le sonorità che attraversano le tracce. Un pop melodico a base electro, con influenze che si spostano tra retro wave e synth pop, un vero e proprio tributo all’immaginario sonoro degli Anni ’80. Ma la mission dei The Public Radar non è una mera operazione nostalgia. Gli arrangiamenti, la scelta dei suoni, il retrogusto malinconico delle linee vocali, mettono a fuoco un progetto ben preciso: sviscerare, interpretare e attualizzare ciò che quegli anni hanno rappresentato nell’essenza più profonda. Se per i testi si sono affidati ad Andrew Mecoli, la realizzazione del disco è stata completata tra il The Shelter Room studio di Roma e il Panic Button Studios di Londra, con il master finalizzato allo Studio Gröndahl a Stoccolma da Thomas “Plec” Johansson.

Così Neon Rain si presenta come un bouquet di vibrazioni scintillanti, caleidoscopici loop di synth, beat accattivanti che omaggiano le band più significative di quell’epoca: dai Depeche Mode ai Duran Duran, dai Visage ai Soft Cell. Il tutto con un approccio moderno, ma anche fuori dal tempo. L’intento della band era di creare qualcosa di ballabile e melodico, ma al contempo permeato di quell’inquietudine tipica del filone dark wave. L’ideale colonna sonora di un film distopico o di un videogioco generazionale, tra suoni incisivi ma seppur non aggressivi.

Se questo disco è figlio degli ascolti e dell’apparenza generazionale della band, non vuole essere un mero esercizio di stile rivolto a quella fascia d’età. La fluidità delle canzoni, infatti, non solo soddisfa quelli che sono gli amanti del genere, ma respira perfettamente la contemporaneità dei nostri giorni.

La pubblicazione è accompagnata dal videoclip della traccia Endless firmato dai registi Giulio Dell’Aquila e Pierfrancesco Bigazzi. Un concpet visuale che rimanda all’impronta estetica e culturale della band.

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Happy Run – Out now il nuovo album del batterista russo Sasha Mashin https://www.soundcontest.com/happy-run-out-now-il-nuovo-album-del-batterista-russo-sasha-mashin/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=happy-run-out-now-il-nuovo-album-del-batterista-russo-sasha-mashin Wed, 11 Oct 2023 13:53:38 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=62377 Disponibile dal 6 ottobre, “Happy Run” l’album jazz del batterista russo Sasha Mashin edito da Birdbox Records di Lorenzo Vella che vede la partecipazione di due artisti straordinari, il sassofonista Rosario Giuliani e il contrabbassista Makar Novikov. Primo album realizzato in Italia dove, da due anni, Mashin ha scelto di vivere dopo l’inizio della guerra […]

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Disponibile dal 6 ottobre, “Happy Run” l’album jazz del batterista russo Sasha Mashin edito da Birdbox Records di Lorenzo Vella che vede la partecipazione di due artisti straordinari, il sassofonista Rosario Giuliani e il contrabbassista Makar Novikov.

Primo album realizzato in Italia dove, da due anni, Mashin ha scelto di vivere dopo l’inizio della guerra ucraino-russa.

Viveva a Mosca, Sasha Mashin, dove aveva un posto di primo piano nel fermento culturale e musicale cittadino. Due in particolare erano le attività a cui rivolgeva gran parte del suo tempo: “Sasha Mashin Happy Lab“, un laboratorio dedicato alla musica jazz che si teneva una volta alla settimana nel principale jazz club di Mosca; e il “Sasha Mashin Happy Run” dove ci si incontrava tra amici per correre (10 km) e chiacchierare una volta alla settimana.

L’idea del laboratorio musicale era quella di cancellare la barriera tra il pubblico e il palco, per coniugare comunicazione informale, concerti e scambi di idee; in poco tempo il laboratorio è diventato appuntamento fisso per la buona musica ma anche luogo di incontro di persone creative che hanno condiviso idee e inventato nuovi progetti. Come il laboratorio musicale anche l’appuntamento sportivo amatoriale è diventato attrattivo e molti dei frequentatori erano gli stessi dell’“Happy Lab”: le regole erano semplici, “finché si corre, si puoi imparare tutto quello che si vuole”, e non solo dal creatore di questo appuntamento, Mashin per l’appunto, ma anche da tutti i musicisti e dalle persone coinvolte nella 10 km, tra cui professionisti dei più svariati settori. L’inizio della guerra ha poi cambiato radicalmente gli equilibri non solo a livello internazionale ma anche e soprattutto nella vita delle persone.

Sasha Mashin ha continuato a “correre” non solo metaforicamente. Arrivando in Italia, da rifugiato politico, ha trovato nuovi amici: musicisti eccezionali che hanno saputo accoglierlo come persona e come artista.

Oggi il batterista russo, si sente di poter chiamare Roma la sua “casa” e gli amici ritrovati e quelli nuovi “la sua famiglia”. «Ho la sensazione di aver finalmente finito la mia corsa – racconta Sasha Mashin nelle sue note di copertina – per la prima volta da molto tempo, mi sento sinceramente felice.

Se una volta l’idea dell’emigrazione mi riempiva di terrore esistenziale, in realtà, non mi sembra nemmeno di essermi allontanato da casa. Gli italiani sono così aperti, amichevoli e di supporto che mi sembra di aver completato una maratona e raggiunto il traguardo. Sono a casa».

I brani presenti nell’album “Happy Run” sono firmati dallo stesso Sasha Mashin e dai suoi compagni di viaggio.

“Country of Obscurantism” (Paese dell’Oscurantismo), il titolo di questa composizione, suggerisce che non deve necessariamente essere bella, e questo aiuta l’artista a condividerla con il cuore più leggero. “Prometto che continuerò con i miei tentativi e, forse, un giorno scriverò qualcosa di più bello con un sottofondo più gioioso”.

Nell’album sono presenti la bellissima composizione di Makar Novikov “Yellow Blues”, la magnifica forma in tre parti “Suite et Poursuite” di Rosario Giuliani, la ballata “Darn That Dream” di Jimmy Van Heusen e persino un pezzo da “The Rite of Spring”, del compositore più amato dall’artista, Igor Stravinsky (“Introduction, Les Augures printaniers”), combinato con la composizione “Hey, It’s Me You Are Talkin’ To” di Victor Lewis (musica che l’artista è convinto sia stata ispirata dallo stesso Stravinsky).

Una delle esperienze più belle legate alla corsa – racconta Sasha – è la possibilità di pensare e pianificare durante la corsa. In questi momenti, la chimica del cervello cambia in modo significativo, producendo più serotonina e dopamina, e puoi pensare in modo più chiaro e con precisione. Correndo regolarmente, ho capito una cosa importante: non puoi scappare da te stesso. Ma puoi scappare dall’oscurità, sia dentro che fuori di te. Correre è uno sport intelligente. Corri felice!

“Happy Run” è un album che non parla solo di musica: vuole raccontare una storia. La metafora di una “corsa” che ha permesso all’artista di allontanarsi dal buio di un difficile passato e che lo ha portato fino in Italia verso una nuova vita, verso la sua nuova casa, Roma.

“Happy Run” è il terzo album da leader, ma il primo in assoluto prodotto in Italia. Sasha Mashin vanta partecipazioni in oltre una trentina di album, impegnato sia come sideman sia come ingegnere di registrazione e mixaggio.

L’album “Happy Run” (Birdbox Records, Ottobre 2023) è disponibile in CD e Master Tape e distribuito attualmente in Repubblica Ceca, Estonia, Giappone, Slovacchia, Thailandia e in Italia. In digitale è invece disponibile a livello mondiale da dicembre.

Biografia

Classe 1976, originario di San Pietroburgo, dopo aver iniziato a suonare in diverse formazioni nella sua città natale, Sasha Mashin nel 1998 si trasferisce a Mosca, iniziando a collaborare con alcuni dei migliori esponenti della scena jazzistica russa. Il suo innato talento gli ha valso l’inserimento nel programma didattico statunitense “Open World” e la conseguente possibilità di suonare a New York con vere e proprie leggende del jazz quali Clark Terry, Kenny Barron e Jimmy Heath.

A partire dal 2008, il batterista ha rappresentato un punto di riferimento per quasi tutti i jazzisti USA di passaggio in terra russa. Molti quelli invitati a esibirsi e accompagnati dalla sua band, tra gli altri possiamo citare Benny Golson, Johnny Griffin, Lew Tabackin, Eddy Henderson, James Spaulding, Gary Smulyan, Larry Schneider, Mark Turner, Dhafer Youssef. Sempre dal 2008 ha viaggiato in giro per il mondo con la band di Isfar Sarabski.

La profonda conoscenza della miglior tradizione afroamericana e le collaborazioni con jazzisti suoi connazionali, ha consentito a Mashin di sviluppare idee originali, non limitandosi a riproporre stilemi “rassicuranti” e già collaudati ma cercando sempre nuove fonti di ispirazione, come la stessa musica colta russa.

Sasha Mashin da febbraio 2022 vive in Italia e collabora costantemente con grandi nomi del jazz italiano ed internazionale quali Alex Sipiagin, Rosario Giuliani, Antonio Faraò, Robert Bonisolo, Pietro Tonolo, Paolo Birro, Mauro Negri, Michele Calgaro, Dado Moroni.

Happy Run è il terzo album da leader, ma il primo in assoluto prodotto in Italia. Sasha Mashin vanta partecipazioni in oltre una trentina di album, impegnato sia come sideman sia come ingegnere di registrazione e mixaggio.

Tracklist:

  1. Country of obscurantism (Sasha Mashin) 09:11
  2. Yellow Blues (Makar Novikov) 08:29
  3. Hey it’s spring (Igor Stravinsky) 06:44
  4. Darn that dream (Jimmy Van Heusen) 06:06
  5. Suite et poursuite (Rosario Giuliani) 16:17

 

Credits:

Produced by Sasha Mashin | SMASHIN PRODUCTION

Executive Producer: Lorenzo Vella | BIRDBOX RECORDS

 

Registrato al Saint Louis College of Music (Roma)

Recording/mixing engineer: Sasha Mashin

Mastering engineer: Lorenzo Vella

 

Foto di copertina: Lorenzo Vella | NIGHTINGALE STUDIOS

Foto aggiuntive: Alessio Cesario, Ira Polyarnaya

Grafica: Nerina Fernandez

Line – up: Sasha Mashin: batteria | Rosario Giuliani: sax alto | Makar Novikov: contrabbasso

L’etichetta

Birdbox Records è una giovanissima etichetta discografica fondata nel 2021 da Lorenzo Vella. Si occupa principalmente di jazz e nel suo roster si possono trovare artisti di spessore: i pianisti Luca Mannutza e Francesca Tandoi, i chitarristi Umberto Fiorentino, Claudio Quartarone e Francesco Mascio, i sassofonisti Max Ionata e Paolo Recchia, il batterista Sasha Mashin, solo per citarne alcuni.

La peculiarità delle registrazioni è data dalla scelta degli ambienti, capaci di restituire un suono il più naturale possibile e catturato durante il processo di acquisizione. Due tecniche microfoniche vengono normalmente utilizzate e combinate: la classica multimicrofonica (con microfoni vintage) e la binaurale (che restituisce all’ascoltatore la sensazione di essere parte integrante dell’evento al momento dell’esecuzione).

Birdbox Records crede che ogni tecnologia per la registrazione e la riproduzione audio sia valida. Ecco perché continua a dare vita ad ogni formato di riproduzione musicale – CD, LP, cassette, bobine – compreso il formato digitale. Questa varietà di formati sta suscitando molto interesse soprattutto all’estero, dove Birdbox Records, in poco tempo è riuscita ad interessare distributori in tutto il mondo (Giappone, Cina, Spagna, Germania, USA, Canada, etc.).

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Studio Illegale, per gli amori e i sogni dei vent’anni non è mai “Troppo Tardi” https://www.soundcontest.com/studio-illegale-per-gli-amori-e-i-sogni-dei-ventanni-non-e-mai-troppo-tardi/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=studio-illegale-per-gli-amori-e-i-sogni-dei-ventanni-non-e-mai-troppo-tardi Mon, 15 May 2023 12:54:10 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=60542 “Troppo Tardi” è il titolo del nuovo album della formazione viterbese Studio Illegale, disponibile da venerdì 14 aprile in tutte le piattaforme digitali pubblicato da La Grande Onda e Redgoldgreen. Gli amori dei vent’anni, sogni e speranze generazionali. Questo e molto altro nel disco della band composta da Matteo Piermartini (voce), Giuseppe Maria Ceccarini (batteria), […]

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“Troppo Tardi” è il titolo del nuovo album della formazione viterbese Studio Illegale, disponibile da venerdì 14 aprile in tutte le piattaforme digitali pubblicato da La Grande Onda e Redgoldgreen.

Gli amori dei vent’anni, sogni e speranze generazionali. Questo e molto altro nel disco della band composta da Matteo Piermartini (voce), Giuseppe Maria Ceccarini (batteria), Andrea Romoli (basso), Daniele Gregori (chitarra), Saverio Beccaccioli (trombone e chitarra) e Niccolò Testa (tromba e tastiere).

“Troppo Tardi” è un debut album di svolta, quando la band ha dimesso sonorità frenetiche e chitarre graffianti tra ska e reggae-punk, per abbracciare un indie pop melodico e coinvolgente.

 

 

Cantautorato profondo ma con una vibrazione pop che si riflette nei testi, come negli arrangiamenti presenti nelle nove tracce. Un quadro dipinto con l’aiuto del produttore Emiliano Rubbi al Sonus Factory, perfezionato con Andrea Leuzzi nello studio della storica band italiana Otto Ohm e completato poi con la produzione di Filippo Moreschini.

Conosciuti dai più come “quelli che fanno indie, ma con le trombe”, la band sceglie proprio questa cifra stilistica come marchio della sua produzione musicale. Nella loro visione artistica ci sono persone che sono di passaggio, proprio come la luna e il sole nell’arco della giornata. Ci sono amori che se ne vanno per sempre, con cui hanno condiviso tutto e che ora sono estranei, ma vicini. L’amore dei vent’anni che sfuma in un sogno onirico e che lascia spazio alla malinconia dei ricordi e alla sofferenza della mente. Ma la luna rimarrà sempre luna, come pure il sole rimarrà sempre tale.

L’album è accompagnato dal videoclip della traccia “Maledetta canzone” firmato dal regista Gabriele Rosciglione. Le scene del ritornello sono costruite in maniera che i loro corpi siano lasciati riposare immobili, mentre le strofe vedono la band rianimata tra palloncini e una citazione dei celebri cartelli di “Subterranean Homesick Blues” di Bob Dylan.

 

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Il ritorno dei Romandergound è “Palingenesi”, il nuovo album negli store https://www.soundcontest.com/il-ritorno-dei-romandergound-e-palingenesi-il-nuovo-album-negli-store/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=il-ritorno-dei-romandergound-e-palingenesi-il-nuovo-album-negli-store Thu, 20 Apr 2023 09:49:11 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=60293 “Palingenesi” è il titolo del nuovo album della formazione rap capitolina Romanderground, disponibile da venerdì 14 aprile in tutte le piattaforme digitali, pubblicato da Music Against the Walls. A distanza di cinque anni dal loro ultimo album, i Romanderground pubblicano un disco lavorato a dieci mani, se oltre a quelle dei membri del trio, si […]

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Palingenesi” è il titolo del nuovo album della formazione rap capitolina Romanderground, disponibile da venerdì 14 aprile in tutte le piattaforme digitali, pubblicato da Music Against the Walls. A distanza di cinque anni dal loro ultimo album, i Romanderground pubblicano un disco lavorato a dieci mani, se oltre a quelle dei membri del trio, si sommano quelle di Squarta e Gabbo (Cor Veleno) che hanno curato tutte le produzioni musicali.

Senza troppi giri di parole, “Palingenesi” è a tutti gli effetti un disco motivazionale. 11 tracce che nell’ insieme raccontano di come bisogna lottare per guadagnarsi davvero la propria serenità. “Palingenesi” significa appunto “rinascita“: un percorso esistenziale – e a tratti spirituale – che i Romanderground raccontano con un’importante ricerca di contenuti e citazioni anche attraverso liriche e suoni sempre più potenti e moderni. L’evoluzione rispetto al percorso di questo gruppo è nella scelta delle metriche e nelle produzioni estremamente melodiche di Squarta e Gabbo, ma anche nel modo attraverso il quale vengono esplicitati i contenuti dell’album. Rispetto al precedente “Amor&Odio”, il linguaggio è decisamente più diretto ed indirizzato all’ascoltatore, affinché possa cogliere a pieno la profondità del messaggio. Anche Lo scenario “desolato” da accettare o combattere, realistico e a tratti pessimista del vecchio album, in “Palingenesi” lascia spazio ad un vero e proprio inno alla vita e alla sua bellezza (“La cosa più bella del Mondo”), all’essere umano e alle illimitate potenzialità di quest’ultimo in grado di cambiare volontariamente in meglio la propria condizione. Questo attraverso una profonda ricerca e rivoluzione interiore (“Palingenesi”, “Numeri 1”).

“Palingenesi” è a tutti gli effetti un disco rap, ma questa volta Prisma e Mister T si misurano con produzioni musicali create in studio da zero; sono solo due infatti i campioni utilizzati per la produzione dei tappeti musicali.

Il sound risulta fresco e moderno, le basi spaziano da ritmi aggressivi ed incalzanti (“Last Crew Standing”, “La forma dell’Acqua”, “Haka”, “I sentieri del CAI”) ad atmosfere dolci e melodiche (“Palingenesi”, “Grazie”, “La Cosa più bella del Mondo”).

Ogni suono lascia spazio alle liriche innovative dei due MC, caratterizzate da metriche serrate e flussi decisamente freschi e originali, testi potenti, rime fortemente incisive ed incastri completi e sempre presenti. Sono proprio queste le scelte che rappresentano appunto la rinascita dei Romanderground come gruppo. La voglia di tornare sulla scena con qualcosa di nuovo, una mentalità diversa, più matura e soprattutto con un messaggio potente da dare: l’augurio e l’incitazione alla rinascita per chiunque ascolterà questo disco.

Come per il precedente “Amor&Odio” i featuring sono pochi ma accurati, scelti con logica e criterio per rafforzare il valore artistico di alcune tracce. Ecco quindi che appaiono le strofe e i ritornelli di maestri veri e propri come Danno dei Colle Der Fomento, il veterano Hyst, ma anche quelli di artisti più giovani e promettenti come William Pascal (Do Your Thang) e Beatrice Gatto. Ogni collaborazione rende magicamente perfetto il brano in cui è presente e, inevitabilmente, va ad arricchire il valore artistico dell’album nel suo complesso. La “Palingenesi” dei Romanderground è iniziata.

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“Revenge”, la vendetta di Akes riparte dal nu metal https://www.soundcontest.com/revenge-la-vendetta-di-akes-riparte-dal-nu-metal/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=revenge-la-vendetta-di-akes-riparte-dal-nu-metal Tue, 07 Feb 2023 15:16:18 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=59386 A un anno da “Anima digitale”, ultimo capitolo della sua discografia, Akes pubblica il nuovo album “Revenge”. L’artista romano mescola nuovamente le carte in tavola, e lasciate alle spalle le sperimentazioni sci-fi, torna con un disco tra rock, elettronica e nu metal. Dieci brani che seguono il filo conduttore del titolo: la vendetta. Rivalsa verso […]

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A un anno da “Anima digitale”, ultimo capitolo della sua discografia, Akes pubblica il nuovo albumRevenge”. L’artista romano mescola nuovamente le carte in tavola, e lasciate alle spalle le sperimentazioni sci-fi, torna con un disco tra rock, elettronica e nu metal.

Dieci brani che seguono il filo conduttore del titolo: la vendetta. Rivalsa verso sé stesso, come spiega nelle tracce “Backdoor”, “30” e “Angelo caduto”, ma anche un attacco contro quelli che reputava essere veri amici come in “Amico mio”. E poi si scaglia contro ex colleghi in “Revenge” ed ex ragazze nel brano “80%”. Non mancano però episodi motivazionali, in particolare nella traccia “Corri”, dove Akes racconta la storia di un adolescente lasciando intendere in qualche modo un contenuto autobiografico. In “Revenge” però c’è spazio anche per la speranza come in “Per sempre”, momento dedicato ad un futuro amore che per lui sarà proprio quello decisivo. Significativo l’episodio crossover “Furia rossa” con Gel (TruceKlan), dove Akes sfoggia forse per l’ultima volta le sue barre da ex rapper, celebrando definitivamente la transizione da urban a nu metal in compagnia di uno dei pionieri di questo genere in Italia. Chiude il disco “Croce sopra” con il feat. della cantante Cristina Lizzul, brano che rappresenta il suo modo di dare un taglio definitivo con i demoni del passato.

Ed è proprio da questo mondo urban che parte la genesi dell’album. La realizzazione è stata finalizzata a Los Angeles assieme al produttore principale del disco Dr. Wesh nel celebre studio di Irko e con la collaborazione dell’ingegnere del suono Stefano Moro (entrambi hanno collaborato con artisti del calibro di Kanye West). Il piano sonoro dell’album è una completa cristallizzazione degli ascolti dell’artista: dal rock di Sum 41 e Skillet, all’alternative di Bring me the Horizon passando per i capiscuola del crossover Linkin Park. Le sonorità scelte per questo disco sono molto più che ibride, provenendo da un processo dove nei precedenti “Revolution” e “Anima digitale”, l’artista aveva iniziato a distaccarsi dalla visione Hip-Hop. Il risultato è un sound sperimentale, ruvido ma melodico, ricco di contenuti e permeato di un immaginario sociale e culturale che si riflette nei suoi testi. Distorsioni sature, ritmiche serrate e insert electro, uniscono i fili di strofe e ritornelli carichi di vitale energia.

Per questo nuovo lavoro, Akes ha scelto poi di pubblicare un videoclip per ogni traccia, creando un vero e proprio video album parallelo a quello sonoro.

“Revenge” spicca per un’atmosfera tetra, la pioggia rossa della titletrack rappresenta il dolore delle esperienze passate. Su “Amico mio” la pioggia è blu scuro, un mare in tempesta, mentre su “Furia rossa” è verde speranza, in “Backdoor” domina il bianco e nero, dove l’aria spenta in sottofondo simboleggia il passato lasciato alle spalle. Scenari gotici per “Croce sopra” ambientato in una spettrale villa a Torino, per “80%” è stata scelta invece una cattedrale a Vicenza, mentre “Angelo caduto” tra le case di un borgo antico nel modenese. “Per sempre” è girato in una foresta, dove le rose nere sparse per la location simboleggiano gli amori perduti. Castelli e chiese abbandonate completano poi le tracce “30” e “Corri”. In tutti i video gli outfit richiamano non solo l’estetica di Matrix, ma includono anche completi più casual contraddistinti da un gusto dark gothic. I visual sono stati affidati tutti alla videomaker Federica di Pasquale, mentre per le comparse femminili si tratta delle Suicide Girls Keshsaz, Elisa Pavanello, Lilly Khorine e Gloria Barbiera.

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“Imaginary place” Il nuovo album di Paolo Recchia https://www.soundcontest.com/imaginary-place-il-nuovo-album-di-paolo-recchia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=imaginary-place-il-nuovo-album-di-paolo-recchia Fri, 04 Nov 2022 09:28:11 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=58330 Il 4 novembre esce “Imaginary place” il nuovo album di Paolo Recchia, sassofonista jazz (alto e soprano) di grande sensibilità, dal timbro caldo e in grado di emozionare già al primo ascolto. La continua ricerca del suono, di una propria voce timbrica quale segno distintivo, ha raggiunto in questo nuovo prodotto discografico ancora più spessore […]

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Il 4 novembre esce “Imaginary place” il nuovo album di Paolo Recchia, sassofonista jazz (alto e soprano) di grande sensibilità, dal timbro caldo e in grado di emozionare già al primo ascolto. La continua ricerca del suono, di una propria voce timbrica quale segno distintivo, ha raggiunto in questo nuovo prodotto discografico ancora più spessore e maturità artistica. Paolo Recchia, per la quinta uscita discografica a suo nome, firmata dalla neonata etichetta Birdbox Records, si presenta con un quartetto composto da musicisti superlativi ormai riconosciuti dalla stampa e dal pubblico del jazz: il pianista Luca Mannutza, il contrabbassista Giuseppe Romagnoli e il batterista Nicola Angelucci. Registrato a Città della Pieve, nel teatro degli Avvalloranti, grazie alla collaborazione con Nightingale Studios di Lorenzo Vella e Città della Pieve Promotion.

“Imaginary place” accoglie l’ascoltatore in un luogo immaginario, uno spazio fantasioso dove le idee musicali dei membri della band, si intrecciano e creano un nuovo terreno comune, unendo la tradizione jazz con elementi contemporanei in una sintesi personale. Album generoso realizzato da musicisti legati da una sincera amicizia e uniti da una profonda intesa musicale, maturata nel tempo, concerto dopo concerto. Registrato in presa diretta, in teatro sfruttando il riverbero naturale, con microfoni “vintage” per ottenere un suono di insieme il più possibile naturale e rotondo.

Il lavoro è composto da materiale originale, da standard della tradizione jazzistica e brani di autori contemporanei. Alcune di queste composizioni appartengono a musicisti che hanno avuto un’influenza diretta sul modo di suonare di Paolo Recchia e sono fonte di ispirazione sotto il profilo armonico, melodico e ritmico.

Il contraltista Paolo Recchia è uno degli artisti jazz più apprezzati della scena italiana. Negli anni ha dimostrato una crescita professionale costante che gli ha portato riconoscimenti nazionali ed internazionali. La ricerca del suo “suono”, di una propria voce timbrica quale segno distintivo, è ad oggi riconoscibile. Lirismo, swing e timbro caldo, sono le caratteristiche fondamentali di questo artista dalla grande sensibilità musicale.

Paolo Recchia si è esibito come leader, guest e sideman in Festival e Jazz Club della scena italiana e negli Stati Uniti d’America, Cina, Francia, Romania, Germania, Inghilterra, Olanda, Serbia, Svizzera, Turchia, Russia insieme a Dado Moroni, Joel Frahm, Alex Sipiagin, Luca Mannutza, Andy Gravish, Roy Hargrove, Jeremy Pelt, Rick Margitza, Stephane Belmondo, Flavio Boltro, Fabrizio Bosso, Peter Bernstein, David Kikoski, Mark Sherman, Sam Yahel, Johannes Weidenmueller, Marco Panascia, Andrea Pozza, Claudio Filippini, Pat Bianchi, Frank Avitabile, Michel Rosciglione, Alain Jean-Marie, Aldo Bassi, Roberto Gatto,  Pietro Tonolo, Giovanni Tommaso, Lorenzo Tucci, Sam Yahel, Johannes Weidenmueller, Kengo Nakamura e molti altri.

Track List

  1. Work (Thelonious Monk) 7:27
  2. Fear of Roaming (Seamus Blake) 08:08
  3. Too Marvelous for Words (Richard Whiting) 05:58
  4. Wee (Denzil Best) 07:26
  5. Emmanina (Paolo Recchia) 07:25
  6. Zhivago (Kurt Rosenwinkel) 08:22
  7. All Rise (Ben Van Gelder) 06:39
  8. Esc (Luca Mannutza) 08:59

Line Up

Paolo Recchia: sax alto
Luca Mannutza: pianoforte
Giuseppe Romagnoli: contrabbasso
Nicola Angelucci: batteria

Credits:

Recorded at Teatro degli Avvaloranti, Città della Pieve (PG)

September 7-8th 2020

Recording Engineer: Matteo Spinazzè Savaris

Mixing Engineer: Lorenzo Vella

Mastering Engineer: Bob Katz
Artwork: Nerina Fernandez
Backstage photography: Nightingale Studios, Palombara Sabina (RM)

 

Discografia:

  • “Introducing Paolo Recchia featuring Dado Moroni” (Via Veneto Jazz distribuzione EMI MUSIC, 2008);
  • “Ari’s Desire” (2011);
  • “Three for Getz” (Albòre Jazz, 2013);
  • “Peace Hotel” (Albòre Jazz, 2015);
  • “Imaginary place (Birdbox Records, 2022)

Contatti:

Info per radio, stampa e TV: segreteria@top1communication.eu

Stefania Schintu: +39 347 0082416

 

Album acquistabile direttamente dallo shop della label

Sito web Label: Birdbox Records

Pagina artista/Label: Paolo Recchia – Birdbox Records

Shop cd  Imaginary place: Imaginary place – cd

Shop Master Tape Imaginary place: Imaginary place – Master Tape

Shop Video concerto Imaginary place: Imaginary place – video recording

Youtube Birdbox Records

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