Esce “Respiri profondi”, nuovo singolo dell’eclettica artista Erika Giannusa, sui principali stores digitali e nelle radio italiane in promozione nazionale, in attesa del videoclip ufficiale. “Respiri profondi” (testo e musica di Erika Giannusa, arrangiamento di Giuseppe Nicosia – Euterpe Records) è un brano dalle sonorità disco dance anni ‘90, con un testo molto ritmato che nelle strofe si avvicina al rap e negli strumentali è tutto da ballare. Scopriamo news e curiosità in questa intervista!
Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?
Non mi sembra una domanda banale, anzi. Mi sembra che la canzone leggera, quantomeno per lo scenario italiano che conosco un po’ meglio, ricerchi testi sempre più serrati ed articolati. I giovani ascoltano molta trap, che a volte non veicola messaggi sempre positivi o realistici. Credo che i cantanti debbano essere credibili e non cucirsi addosso vestiti che non gli appartengono per la sola voglia di piacere; si rischia di essere tutti uguali. Non demonizzo la trap o il rap, per me tutta la musica merita di essere capita e filtrata attraverso i propri occhi. Sto cercando anch’ io un mio linguaggio ma io sono più legata al sentimento, all’ispirazione e alla melodia. Scelgo spesso il genere musicale e le sonorità dell’arrangiamento in base a quello che voglio comunicare con il testo e con la musica. La musica classica invece, ha dato già tanto nei secoli. C’è un po’ di ritorno al passato, un po’ uno sperimentalismo già conosciuto, ogni compositore cerca di costruirsi un suo linguaggio. Io vedo tanto margine di possibilità nel pluristilismo che sta unendo molto i vari linguaggi musicali, classici e pop. Il pop, secondo me, ha ancora molto da imparare dalla musica classica, dalla musica popolare… avrebbe margini di evoluzione. Bisogna vedere se e fino a che punto ci si può spingere, trattandosi sempre di generi leggeri, legati al mercato.
Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?
Sceglierei Ultimo, Giorgia, Elisa e Zucchero. Ultimo lo sceglierei perchè le mie canzoni fino ad ora sono in maggioranza cantautorali ma anche un po’ moderne e potrebbero piacere al suo pubblico. Sceglierei Giorgia ed Elisa perchè sono state e sono ancora i pilastri della canzone melodica italiana, nella quale io mi riconosco. Zucchero lo sceglierei perchè nel mio timbro vocale sento del Blues, e per l’ironia che c’è nei suoi testi, come ogni tanto c’è anche nei miei. Anche Zucchero ha un grande legame con la melodia ed è riuscito a sposarla con il Blues…poi lui ha incontrato Pavarotti, so che apprezza la melodia di Puccini, ed insomma anche io ho fatto esperienza del Belcanto… ci sono dei punti in comune.
Quali sono i tuoi piani più immediati?
I miei piani sono quelli di continuare a scrivere canzoni, sto collaborando con uno studio di produzione musicale in Piemonte e spero di pubblicare nuovi singoli prossimamente. Nel frattempo, cerco di imparare un po’ di produzione musicale, per continuare il percorso da indipendente, con la speranza di ricevere una proposta discografica interessante. Poi chissà cosa mi riserverà il futuro… lo scopriremo vivendo.
Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?
Internet è una forma pubblicitaria gratuita che oggi abbiamo a disposizione, con i suoi pro ed i suoi contro. Mi è arrivata la voce che le case discografiche guardino il numero di followers su Instagram, quanto sei seguita o meno, non so se è una notizia reale, fatemi sapere. Forse mi dicono si tenda a produrre gente popolare che, se poi ha un talento va bene, se ne ha di meno di qualche altro competitor musicale fa lo stesso. Forse si vuole rischiare meno di investire sugli indipendenti che sono meno conosciuti e perchè non si ha la certezza che riempiano palazzetti? Forse manca un vero tramite tra gli indipendenti e le grandi major? Non lo so, sono tutte domande a cui sto cercando di dare una risposta, ma prioritariamente mi voglio occupare della musica. Non so se i social siano forme fredde di comunicazione, io cerco quando ne ho la possibilità di rendere reali le interazioni con chi mi segue e di scambiare effettivamente per quanto possibile idee o impressioni. Certo è che oggi il cantante ed il cantautore deve fare molti mestieri in più che lo deconcentrano dalla sua attività principale, soprattutto se è un emergente, deve essere un po’ un tuttofare. Io sto cercando di apprendere il “linguaggio” dei social, anche se a volte mi riesce davvero difficile conciliare la musica con queste forme di promozione. Se più avanti ne avrò la possibilità sarò ben felice di delegare una parte del lavoro sui social.
C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti?
Io ascolto di tutto, sono una onnivora dell’ascolto musicale. Ormai con i mezzi che abbiamo, possiamo veramente ascoltare di tutto. Cerco di non settorializzarmi nell’ascolto, anche se a volte come tanti, se una canzone mi piace, la metto in rotazione e la ascolto più volte, fin quando non mi annoia e passo ad altro. Se c’è una canzone che mi interessa per la mia composizione la studio e la analizzo, anche se generalmente tendo a scrivere di getto. Tra le mie canzoni, quella meno impulsiva nella creazione è stata Dark Stone. Io ascolto principalmente (ma non solo) Soul, Blues, Dance, Pop, Pop rock, Cantautori… quindi direi che poi non mi discosto molto tra ciò che scrivo e ciò che ascolto. Se però ho l’opportunità di ricercare musica nuova o di scoprirne, ascolto con attenzione anche se a pelle e per qualche motivo non mi ritrovo. Se si è pazienti nell’ascolto si può sempre trovare uno spunto, un elemento da sviluppare, qualcosa di interessante da rielaborare e filtrare in base alla propria visione, anche solo un suono.
Tanta musica sulle spalle in onore alla dea musica. Con la tua esperienza e la concezione raggiunta della tua musica, cosa consiglieresti a dei giovanissimi per intraprendere un percorso artistico e discografico?
Ai giovanissimi consiglierei prima di tutto di capire se la musica è il percorso che vogliono davvero intraprendere nella vita e se la risposta è sì, di applicarsi nella musica e di studiare sia la voce e sia uno strumento per accompagnarsi, di ascoltare molto, di analizzare, di lavorare sui testi, di leggere poesie, di vivere la vita e riportarla nelle canzoni. Poi consiglierei una volta che c’è questa base, di investire sulla produzione musicale o sullo studio della produzione musicale. Suggerirei di fare concerti e di esibirsi, di fare qualche concorso di musica leggera ma solo per fare esperienza di palco. E poi che dire… buona fortuna.
Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?
Ringrazio la mia famiglia ed i miei Maestri, che ho citato tante volte nelle mie interviste, per quello che mi hanno saputo dare e trasmettere e per le possibilità che mi hanno offerto. Ringrazio chi mi segue e mi conosce da una vita e chi invece mi ha scoperta per caso in rete. Ringrazio me stessa, perché nessuno può sostituirsi a te, nella scalata musicale… devi amare tanto la musica per farne un mestiere, ed essere disposto al sacrificio…può sembrare banale dirlo per chi è del settore, ma potrebbe non esserlo così tanto per i non addetti. Dulcis in fundo, ringrazio voi per avermi concesso questa intervista e per le interessanti domande e ringrazio i vostri / nostri lettori per essere sempre così attenti alla mia musica ed al mio percorso. A presto!