DINO PIANA | Al gir dal bughi

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DINO PIANA
Al gir dal bughi
Parco della Musica/Jando
2021

“Uno dei più grandi jazzisti italiani, uno dei più amati e dei più richiesti in Europa, uno dei padri storici del jazz moderno in Italia e fonte d’ispirazione per tutti i giovani trombonisti negli anni a venire”: a presentare con queste azzeccatissime parole Dino Piana, leader di un disco che, pubblicato il 5 febbraio 2021, contribuisce a far sì che questa annata jazzistica prometta veramente bene, è Enrico Rava. Il quale, sull’onda lunga dei festeggiamenti per i novant’anni del trombonista avvenuti con un concerto nell’ambito della rassegna “Summertime” lo scorso settembre alla Casa del Jazz di Roma, è il vero ‘regista’, insieme al figlio, il trombettista Franco Piana, di questo ulteriore omaggio all’arte del maestro di Refrancore, in provincia di Asti.

Rava, che invece è triestino, racconta che il loro primo incontro avvenne più di sessant’anni fa , in una jam session “al gir dal bughi” (al giro del boogie, ecco spiegato il titolo di questa raccolta) in cui, al primo assolo, Piana, la cui carriera da allora fino ai nostri anni non ha mai conosciuto periodi di stanca, rivelò subito  “qualcosa di straordinario, con una fluidità e una logica che ci lasciarono basiti. Un altro pianeta”.

Un pianeta, aggiungiamo noi, su cui il suono è levigatissimo, intimo e a tratti quasi cameristico eppure potente e avvolgente. Depositario di un linguaggio “originario” (e per il quale certo ormai si vanno perdendo i parametri di confronto) che rivive, in questa splendida scelta di standards, di una sua freschezza intatta.

E che, come le influenze in un quadro astrale, determina oscillazioni di straordinario interesse nelle prove dei suoi compagni: oltre al valoroso Franco Piana, un Rava che sembra ritrovare un gusto di stagioni lontane e mai dimenticate (quelle, mettiamo, di “Il giro del giorno in 80 mondi” o di “Pupa o crisalide”), un Roberto Gatto alla batteria circospetto, sensibilissimo, e nuove (importanti) leve  del nostro jazz come Gabriele Evangelista al contrabbasso e come Julian Oliver Mazzariello al pianoforte. Che senza sognare neanche lontanamente di prendere sottogamba un repertorio e un contesto come questo, vi profondono al contrario piccoli minuziosi tesori di nitore espressivo, di calibrata tenuta del suono. A proposito dei brani in scaletta, forse il più bello di tutti è proprio l’iniziale When lights are low, irresistibile nell’arrangiamento proposto dal sestetto. Poi tutto in discesa, fino alla conclusione, dedicata a una scintillante rilettura di Line for lions di Gerry Mulligan.

 

Musicisti:

Dino Piana, Trombone
Enrico Rava, Tromba e Flicorno
Franco Piana, Flicorno
Julian Oliver Mazzariello, Pianoforte
Gabriele Evangelista, Contrabbasso
Roberto Gatto, Batteria

Tracklist:

01.When Lights are Low 7’46
02. Bernie’s Tune 7’56
03. Polka Dotz and Moonbeams 8’22
04. Rhythm a Ning 4’39
05. I’ll Close My Eyes 8’05
06. When Will the Blues Leave 5’47
07. Everything Happens to Me 8’12
08. Dear Old Stockholm 6’27
09. Line for Lions 7’25

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