Live report Archivi - Sound Contest https://www.soundcontest.com/category/concerti/ Musica e altri linguaggi Sun, 17 Mar 2024 11:14:58 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.1.1 SERENA SPEDICATO “Io che amo solo te – Le voci di Genova” in scena a Monopoli https://www.soundcontest.com/serena-spedicato-io-che-amo-solo-te-le-voci-di-genova-in-scena-a-monopoli/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=serena-spedicato-io-che-amo-solo-te-le-voci-di-genova-in-scena-a-monopoli Sun, 17 Mar 2024 11:08:39 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=64372 photo Maurizio Bizzochetti Effettivamente mancava un pezzo. Seguiamo da tempo il percorso artistico di Serena Spedicato, ne conosciamo i dischi e con lei abbiamo dato vita ad alcune trasmissioni radiofoniche per radio altriSuoni, che presto avranno un seguito ma, effettivamente, mancava un pezzo. A noi, non di certo a lei: ci mancava l’ascolto di un suo […]

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photo Maurizio Bizzochetti

Effettivamente mancava un pezzo.
Seguiamo da tempo il percorso artistico di Serena Spedicato, ne conosciamo i dischi e con lei abbiamo dato vita ad alcune trasmissioni radiofoniche per radio altriSuoni, che presto avranno un seguito ma, effettivamente, mancava un pezzo. A noi, non di certo a lei: ci mancava l’ascolto di un suo concerto.

Abbiamo apprezzato in passato i suoi lavori monografici sui songbook di Tom Waits e di David Sylvian, ne abbiamo parlato più volte nelle nostre trasmissioni e nelle interviste che abbiamo realizzato con lei negli anni scorsi. E lo stesso abbiamo fatto (e in parte stiamo ancora facendo) per il suo disco dedicato ai cantautori della cosiddetta “Scuola di Genova”. Ma non avevamo avuto ancora modo di godere di una sua performance dal vivo.

L’occasione si è presentata mercoledì 6 marzo al Teatro Radar di Monopoli, sul cui palcoscenico Serena Spedicato si è presentata con la sua formazione al completo, proprio quella che due anni fa aveva registrato per Dodicilune “Io che amo solo te – Le voci di Genova”, un autentico affresco di quella che fu la scena genovese della canzone negli anni Sessanta, un movimento che ha poi continuato a produrre i suoi frutti nei decenni successivi.

Ma non è sul repertorio presentato che vogliamo porre la nostra attenzione quanto, piuttosto, sulla forma nuova che i quattro artisti hanno conferito alla musica.
Si, quattro artisti, perché a supportare la voce di Serena Spedicato c’erano altri tre musicisti, a cominciare dal fisarmonicista Vince Abbracciante, autore anche di arrangiamenti centrati, originali e capaci di riscattare il materiale di partenza pur mostrando verso di esso un profondo rispetto. Per non dire dei suoi spunti solistici, che sono evidentemente il risultato del suo essere un fuoriclasse dello strumento.

Nando Di Modugno, poi, disegna con estrema cura ogni linea melodica, ogni arpeggio, ogni nota venga fuori dalla sua chitarra classica, lui che non ha davvero nulla da invidiare, in quanto a tecnica e poetica, ai più grandi maestri delle sei corde.
Giorgio Vendola, da par suo, funge da collante per l’intero progetto, conducendo la musica verso dimensioni raccolte o spingendola verso momenti ritmici sostenuti attraverso una sapiente alternanza del pizzicato e dell’uso dell’archetto.

Serena (sì, con lei adottiamo il tono confidenziale) prende possesso della costruzione dei suoi musicisti e la abita, facendone una personalissima casa e accogliendoci al suo interno, con la gioia di mostrarci tutta la bellezza che ha preso forma in quegli spazi e interagendo con un pubblico accorto attraverso un racconto che tocca non solo le vicende di quei musicisti (nobilitando, così, i bellissimi recitativi di Osvaldo Piliego e la regia di Riccardo Lanzarone) ma anche le sue proprie emozioni.
Traccia linee sul palco, Serena. Effettua una danza fatta di pochi movimenti ma di un linguaggio del corpo che diventa parte integrante della musica, il suo prolungamento.

Ed è proprio attraverso il linguaggio non verbale che Serena riesce a dare completezza al suo canto e a giungere in ogni angolo del teatro, anche dove non è possibile cogliere con lo sguardo i suoi occhi umidi dall’emozione.

Uno spettacolo bellissimo ma anche un atto d’amore grazie al quale Serena, Vince, Nando e Giorgio hanno, per una sera ancora, ridato vita a Bruno Lauzi, Sergio Endrigo, Umberto Bindi, Luigi Tenco, Gino Paoli e Fabrizio De Andrè, che si sono così ritrovati sullo stesso palco come fossero a Genova, giovani e fieri dei loro sogni e delle loro preoccupazioni e desiderosi di farci capire, ancora una volta a modo loro, il senso della vita.

 

live / SERENA SPEDICATO
“Io che amo solo te – Le voci di Genova”
Monopoli, 6 marzo 2024

Serena Spedicato, voce
Vince Abbracciante, fisarmonica e arrangiamenti
Nando Di Modugno, chitarra
Giorgio Vendola, contrabbasso

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RICK MARGITZA con Elio Coppola Trio al “Lennie Tristano” di Aversa https://www.soundcontest.com/rick-margitza-elio-coppola-trio-al-lennie-tristano-di-aversa/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=rick-margitza-elio-coppola-trio-al-lennie-tristano-di-aversa Sun, 10 Mar 2024 19:11:09 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=64253 Un concerto di quelli che ti riconciliano con la Bellezza, quello tenuto per il primo appuntamento della stagione concertistica del Jazz Club Lennie Tristano di Aversa. In un Auditorium Bianca D’Aponte pieno in ogni ordine di posto, si è esibito il sassofonista Rick Margitza, accompagnato dal trio del batterista Elio Coppola, con Andrea Rea al […]

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Un concerto di quelli che ti riconciliano con la Bellezza, quello tenuto per il primo appuntamento della stagione concertistica del Jazz Club Lennie Tristano di Aversa.
In un Auditorium Bianca D’Aponte pieno in ogni ordine di posto, si è esibito il sassofonista Rick Margitza, accompagnato dal trio del batterista Elio Coppola, con Andrea Rea al pianoforte ed Antonio Napolitano al contrabbasso.
Tra composizioni originali di Margitza e Coppola e alcuni standard della tradizione jazzistica (ricordiamo Jitterbug Waltz, Cry Me A River e Turnaround), i quattro musicisti si sono espressi al meglio delle loro capacità tecniche e poetiche, con trascinanti momenti di assieme e spunti solistici particolarmente coinvolgenti, sia sui tempi veloci che sulle ballad.

Ovviamente, pur apprezzando da tanti anni la bravura dei musicisti della sezione ritmica, l’attenzione era rivolta soprattutto al sax tenore di Rick Margitza.
Figlio e nipote d’arte (suo nonno e suo padre hanno suonato strumenti ad arco ad ottimi livelli), Margitza si è avvicinato alla musica sin da giovanissimo, approcciandosi inizialmente a strumenti di ambito classico. Il passaggio dall’oboe al sassofono e gli studi svolti al Berklee College of Music di Boston lo hanno poi inevitabilmente avvicinato al jazz, un linguaggio del quale è presto diventato protagonista.

In particolare, Margitza ha vissuto il 1989 come l’anno della sua svolta, quando aveva 27 anni. La pubblicazione del suo primo disco (“Color”, per la Blue Note) e l’entrata nel gruppo di Miles Davis vanno certamente considerate come i momenti di partenza di un percorso artistico importante, che lo ha visto realizzare numerosi dischi a proprio nome (tutti molto belli), portando avanti una ricerca stilistica ed espressiva che ha trovato la sua dimensione soprattutto nella forma del quartetto.
L’esperienza con Miles, per quanto importante, ha rappresentato quindi soltanto un momento della importante storia di musicista, perché Rick Margitza è soprattutto un grande artista, abile strumentista ma anche sensibile compositore, al punto da vedere alcune sue composizioni registrate in un disco monografico della South Florida Jazz Orchestra.

RICK MARGITZA + Elio Coppola Trio
Jazz Club Lennie Tristano
Auditorium Bianca d’Aponte di Aversa
ven 8 marzo 2024

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UMBRIA JAZZ WINTER 2023 | Ancora tanta musica nel penultimo giorno dell’anno https://www.soundcontest.com/umbria-jazz-winter-2023-ancora-tanta-musica-nel-penultimo-giorno-dellanno/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=umbria-jazz-winter-2023-ancora-tanta-musica-nel-penultimo-giorno-dellanno Wed, 03 Jan 2024 15:11:13 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=63392 Un’ aria insolitamente tiepida avvolge la Rupe di Orvieto e caratterizza queste giornate musicali. A passo svelto, raggiungiamo i Funk Off che partono da via della Costituente e si dirigono verso il Duomo, proponendo i coinvolgenti brani del loro repertorio.   Uno sguardo alle vetrine dei negozietti orvietani e ci rechiamo al bistrot Il Malandrino, […]

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Un’ aria insolitamente tiepida avvolge la Rupe di Orvieto e caratterizza queste giornate musicali.

A passo svelto, raggiungiamo i Funk Off che partono da via della Costituente e si dirigono verso il Duomo, proponendo i coinvolgenti brani del loro repertorio.

 

Uno sguardo alle vetrine dei negozietti orvietani e ci rechiamo al bistrot Il Malandrino, che propone il concerto, fuori programma rispetto al festival, di una “vecchia conoscenza” di UJW, l’eclettico musicista di strada olandese Vincent Van Hessen.

Van Hessen introduce i brani in scaletta parlando di sé e della sua esperienza musicale in modo simpatico ed accattivante. Alterna pezzi ritmati a dolci ballad, eseguendo, tra gli altri, una evocativa ed emozionante Alleluiah di Cohen.

 

Alle 14.30 ci spostiamo al Palazzo dei Sette per ascoltare il trio Lovesick, che propone musica country americana, permeata dallo swing anni ’40 e ’50’e dal rock’n’roll. Polistrumentisti, bolognesi, coinvolgono il pubblico presente con grande empatia eseguendo, tra le altre, Remember my name, I’m an old comer di Sonny Rollins, per concludere con All over again, un rock’n’roll davvero esplosivo!

Alle 16.00 siamo al Teatro Mancinelli per assistere ad uno dei più bei concerti di questa edizione: il prezioso omaggio a John Coltrane dell’Antonio Faraó Quartet con il sassofonista Chico Freeman come special guest.  Vincente la collaborazione italo – americana del pianista Faraó con Freeman, nata nel 2015: il grandissimo interplay ed affiatamento tra loro è palpabile e regala emozioni continue all’ attentissimo pubblico.

Freeman ci racconta che un giorno ha messo un brano di Coltrane mentre era in auto con la figlia Luani di due anni. Ripeté la stessa cosa per tre mesi, tutti i giorni: un giorno, non appena sistemò la bimba in macchina, fu lei che si rivolse a lui e lo sollecitò: “Papa, Coltrane!”. Ed allora, per ricordare questo momento, Freeman scrisse per lei il brano Dance over for Luani, che esegue.

Il concerto si chiude con uno struggente brano di Coltrane che dedica all’ onore ed alla memoria dei bimbi purtroppo uccisi nelle guerre odierne.

 

Uscendo dal teatro, ci imbattiamo nei Funk Off, che sono attorniati da una grande folla di persone acclamanti: come non fermarsi per una I wanna get funky now! ed una Uh yeah! tutti insieme? Gran finale in Piazza Fracassini con Three for one, il brano che, oltre a far ballare, fa cantare il pubblico con i tre temi diversi, tromba – sassofono – ritmica: originalissimo!

Alle 19.00 ci concediamo un graditissimo bis, l’omaggio a Stevie Wonder dei We 4, l’inarrivabile quartetto del trombettista Fabrizio Bosso, con Julian Oliver Mazzariello al pianoforte, Jacopo Ferrazza al contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria. La ciliegina sulla torta è la presenza del clarinettista toscano Nico Gori: il grande affiatamento tra loro è cementato non soltanto dalle tante condivise esperienze musicali, ma anche e soprattutto da una solida stima ed amicizia: il risultato di questo vincente mix è a dir poco fenomenale…

 

Un po’ di riposo e ci dirigiamo, alle 22.30, nuovamente verso il teatro Mancinelli dove veniamo letteralmente travolti da una sferzata di autentica energia: le coinvolgenti coreografie, la versatilità e la potenza delle voci e la qualità dei brani selezionati, nonché la bravura dei musicisti del nutrito coro Virginia State Gospel Choir ci emozionano e ci infiammano all’inverosimile…

Il pubblico canta, balla, batte le mani in un entusiastico crescendo di energica condivisione che culmina nel battere a terra i piedi per sottolineare il massimo apprezzamento nei confronti di questo, a dir poco, entusiasmante spettacolo offertoci dai ben 30 elementi del coro, presenti sul palco.

Ancora non paghi di musica, ci fermiamo a bere qualcosa di caldo al Bar Sant’Andrea, dove un trio locale alterna vari noti brani di cantautori in chiave jazz.

Che dire se non…buonanotte tra le note?

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UMBRIA JAZZ WINTER 2023 | Secondo giorno di note jazz ad Orvieto https://www.soundcontest.com/umbria-jazz-winter-2023-secondo-giorno-di-note-jazz-ad-orvieto/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=umbria-jazz-winter-2023-secondo-giorno-di-note-jazz-ad-orvieto Sat, 30 Dec 2023 09:27:40 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=63359 La seconda giornata della trentesima edizione di Umbria Jazz Winter si apre con i Funk Off, che, marciando lungo tutto il Corso Cavour, coinvolgono la città con il loro brio e la loro inesauribile energia. Durante il percorso, si fermano per una tappa musicale al carcere di Orvieto, per portare un po’ della loro allegria a coloro […]

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La seconda giornata della trentesima edizione di Umbria Jazz Winter si apre con i Funk Off, che, marciando lungo tutto il Corso Cavour, coinvolgono la città con il loro brio e la loro inesauribile energia.

Durante il percorso, si fermano per una tappa musicale al carcere di Orvieto, per portare un po’ della loro allegria a coloro che vi sono reclusi.

 

Alle 12.00 il Museo di arte moderna “Emilio Greco” ci accoglie per assistere ad un concerto intimistico ed elegante: il collaudato duo di fuoriclasse, gli americani Steve Wilson e Lewis Nash. Sassofono e batteria per una performance musicale bella, unica ed emozionante: le pennellate del sax di Wilson e i tocchi sapienti sui tamburi di Nash fanno letteralmente sognare, trasportandoci in un’altra dimensione.

Da non perdere il loro ultimo lavoro discografico, ad etichetta Red Records, che ha fissato nel tempo una loro preziosa esibizione live della edizione 21 di UJW, tenutasi nella medesima location.

 

Dopo un veloce break mangereccio ci rechiamo al Palazzo dei Sette per un triplo appuntamento: alle 14.30 ci facciamo letteralmente coinvolgere dall’allegria degli Sticky Bones, band italiana che propone un variegato repertorio ispirato dalla tradizione americana di un jazz ancora alle origini. Suoni arcaici come quello della washing board – la tavoletta lavapanni in legno, opportunamente modificata per divenire uno strumento musicale – si fondono con quelli del banjo e del contrabbasso per un risultato eccezionale.

La scaletta ci presenta brani tratti dal loro ultimo CD “Whoop it up!” ed il pubblico si entusiasma con Too late, Top of the town, Take me to the land of jazz, Percolatin’ blues e Shake that thing: che energica allegria, wow!

Alle 16.00 cambio palco a favore della carezzevole e suadente voce di Nick the Nightfly e del suo collaudato quintetto. La simpatia ed il carisma di Nick – scozzese trasferitosi in Italia nel 1982 – sono caratteristiche innate, permeate dalla sua pluriennale esperienza radiofonica a Radio Montecarlo, dai cui microfoni conduce con grandissimo successo Montecarlo Night, trasmissione di spicco della rete.

Alternando brani in lingua inglese come Stepping out di Joe Jackson e This is the life con italianissime hit come Senza Fine e Banane e Lamponi, Nick offre occasioni alla sua band di grandi musicisti per esprimere tutto il loro grande talento: Amedeo Ariano alla batteria, Jerry Popolo al sax tenore, Pietro Lussu al pianoforte e Francesco Puglisi al contrabbasso sono la ciliegina sulla torta di questo ensemble.

Alle 17.30 nuovo cambio palco a favore di Accordi Disaccordi, il trio torinese che letteralmente ci conquista con i suoi ritmi di gitan jazz, ispirati al genio di Django Reinhardt.

La strepitosa bravura di Alessandro Di Virgilio alla chitarra solista, accompagnato dai sopraffini Dario Berlucchi alla chitarra ritmica e Dario Scopesi al contrabbasso ci lasciano ancora una volta senza parole.

La loro inesauribile bravura ed energia, ci catapultano in un mondo di vorticose e veloci note, che generano fiammanti emozioni, mentre si dipanano i brani, tutti rigorosamente originali, che vedono addirittura rompersi – per la grandissima energia concentrata nell’ esibizione – la corda di La della chitarra di Scopesi, nonché l’esecuzione del brano finale…stando in piedi sulle sedie! Fenomenali!!!

 

Mentre ci ritiriamo per un piccolo break, ci imbattiamo nel finale del concerto dei Funk Off, che concludono la loro marciante serale con la sempre coinvolgente Uh, Yeah!: come non fermarsi a ballarla e cantarla con loro? Impossibile!

Alle 21.00 al Teatro Mancinelli è di scena un doppio concerto, una delle perle di questa edizione di Umbria Jazz Winter: Fabrizio Bosso, trombettista dalla bravura e dal talento stellari, ospita il virtuoso clarinettista Nico Gori per un emozionante viaggio in We Wonder, il loro lavoro discografico ispirato dal repertorio di Stevie Wonder.

L’ eleganza del pianista Julian Oliver Mazzariello, il talento del contrabbassista Jacopo Ferrazza e l’arte del batterista Nicola Angelucci si fondono insieme in maniera perfetta, per regalarci una performance strepitosa, che entusiasma letteralmente una platea sold out.

 

Cambio palco per ascoltare il grandissimo sassofonista Joe Lovano e la Umbria Jazz Orchestra in un riuscito tributo al talento di Wayne Shorter. La conduzione orchestrale di Michael Gibbs e la presenza di ben tre ospiti speciali quali Peter Washington al contrabbasso, Steve Wilson al sassofono e Lewis Nash rendono ancora più particolare ed unica questa esperienza musicale, che chiude in bellezza la nostra seconda giornata di festival.

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UMBRIA JAZZ WINTER 2023 | 30 candeline per il jazz a Orvieto https://www.soundcontest.com/30-candeline-per-umbria-jazz-winter-ad-orvieto-si-comincia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=30-candeline-per-umbria-jazz-winter-ad-orvieto-si-comincia Fri, 29 Dec 2023 15:53:37 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=63344 Il 28 dicembre la Rupe di Orvieto accende i riflettori su Umbria Jazz Winter: l’atmosfera è frizzante e l’affezionato pubblico del jazz è qui convenuto per festeggiare la trentesima edizione del festival, nella sua versione invernale. Più intima e raccolta dell’evento estivo perugino, la manifestazione sviluppa il suo programma con artisti “residenti”, che suonano in […]

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Il 28 dicembre la Rupe di Orvieto accende i riflettori su Umbria Jazz Winter: l’atmosfera è frizzante e l’affezionato pubblico del jazz è qui convenuto per festeggiare la trentesima edizione del festival, nella sua versione invernale.

Più intima e raccolta dell’evento estivo perugino, la manifestazione sviluppa il suo programma con artisti “residenti”, che suonano in orari e location diverse, per offrire più flessibilità e scelta agli spettatori.

 

Apertura alle ore 16.00 con un doppio concerto ad ingresso gratuito alla Sala dei 400 del Palazzo del Popolo: si esibisce dapprima il Kaleidoscope Quartet, vincitore del Conad Jazz contest 2023. Il quartetto propone brani originali come Slow, Interchange, Current, CPE e Three come to the bridge.

Cambio palco a favore dei migliori studenti delle Clinics perugine estive del Berklee College of Music di Boston, tra i quali spiccano la splendida voce di Sofia Cocciolo, Valerio Apuzzo alla tromba ed Antonio Lo Conte alla batteria.

 

Alle 18.00 siamo in piazza per applaudire l’uscita dei Funk off, i magnifici quindici del Funk made in Vicchio, capitanati dal loro leader, Dario Cecchini. Seguiamo con entusiasmo la loro marciante che si snoda tra i vicoletti orvietani fino al sagrato dello splendido Duomo, dove propongono brani vecchi e nuovi come Big Dog, My Funky Valentine, Shangai Tox e la sempre coinvolgente Uh, yeah!

 

Una piccola pausa e alle 21.00 ci rechiamo al teatro Mancinelli per uno splendido doppio concerto: il talentuoso pianista Alessandro Lanzoni con il suo trio – con Matteo Bortone al contrabbasso ed Alessandro Morelli alla batteria – ospita l’eccezionale sassofonista siciliano Francesco Cafiso, alternando brani originali come Mad dog, Duke clouds ed Essence to the poem: splendido!

 

Cambio palco a favore del sestetto americano capitanato dal simpatico piglio della eccellente cantante Cécile Mclorin Salvant che, alternando le lingue italiana ed inglese, introduce i brani come Fog e Pirate Jenny, non mancando di accennare l’inizio della Boheme, che da sempre la emoziona andare ad ascoltare.

Favolosi virtuosismi vocali e strumentali caratterizzano la loro esibizione, che infiamma letteralmente la platea del teatro, che non manca di tributare fragorosi applausi. Si distingue, in particolare, il talento e la versatilità del bravissimo pianista Sullivan Fortner.

 

Chiudiamo in bellezza la giornata, con “Dear Dexter”, il riuscito tributo dei sassofonisti Daniele Scannapieco e Piero Odorici e del loro Quintetto al talento di Dexter Gordon.

La House Band del festival, ad Orvieto come a Perugia si esibisce ‘around midnight al Meeting Point del Palazzo dei Sette e propone, tra gli altri, brani come Modern mood e The chase: nonostante l’ora tarda, la sala è piena ed il pubblico è attento e partecipe…magia della buona musica e del talento!

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FRANCAVILLA È JAZZ | La macchina del groove guidata da Gegè Telesforo https://www.soundcontest.com/francavilla-e-jazz-la-macchina-del-groove-guidata-da-gege-telesforo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=francavilla-e-jazz-la-macchina-del-groove-guidata-da-gege-telesforo Mon, 11 Sep 2023 07:06:28 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=62030 Un viaggio “a tutto groove” caratterizzato da quel sound afroamericano caldo e avvolgente dall’effetto adrenalinico. Con il concerto di Gegè Telesforo – Big Mama Legacy si sono spenti i riflettori sulla X edizione di Francavilla è Jazz. Ancora una volta, Piazza Giovanni XXIII ha registrato il sold out per l’ultimo appuntamento del festival di quest’anno. […]

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Un viaggio “a tutto groove” caratterizzato da quel sound afroamericano caldo e avvolgente dall’effetto adrenalinico. Con il concerto di Gegè Telesforo – Big Mama Legacy si sono spenti i riflettori sulla X edizione di Francavilla è Jazz. Ancora una volta, Piazza Giovanni XXIII ha registrato il sold out per l’ultimo appuntamento del festival di quest’anno. Il pubblico, divertito e appassionato, ha accolto con palpabile calore Gegè Telesforo e i cinque giovani leoni che lo hanno accompagnato: Matteo Cutello (tromba), Giovanni Cutello (sax alto), Christian Mascetta (voce e chitarra), Vittorio Solimene (organo Hammond e tastiere) e Michele Santoleri (batteria).

ph. F. Baroni

“Big Mama Legacy” il progetto che l’estroso cantante, percussionista e compositore ha proposto alla rassegna, improntato su brani originali da lui firmati e alcuni tributi. Da par suo, da vero e proprio animale da palco, l’artista di origine foggiana ha subito interagito con gli ascoltatori raccontando spassosi aneddoti riguardanti la sua carriera e i pezzi in scaletta, con l’empatia, il carisma e la verve che hanno impreziosito la sua performance, oltre a presentare con affetto paterno ogni singolo componente del gruppo. Fra scat e incursioni alle percussioni, ha magistralmente condotto la sua band con la sicurezza e la sapienza tipiche del grande leader. I fratelli Cutello si sono resi protagonisti di “soli” brillanti, sostenuti da un’eccellente tecnica e da una notevole fluidità di fraseggio, mentre Mascetta, Solimene e Santoleri, assai apprezzabili anche nelle improvvisazioni, hanno garantito una propulsione ritmica solida e incalzante, un invito a nozze per i solisti. Particolarmente degna di lode la cura della dinamica di Gegè Telesforo e dei suoi sodali, un autentico valore aggiunto che ha sensibilmente alzato il livello interpretativo dei brani. Premiato per la sua carriera dalla “BBC San Marzano” (Banca di Credito Cooperativo San Marzano di San Giuseppe), il cantante ha chiuso in bellezza la decima edizione della rassegna, incontrando e soddisfacendo con grande appeal i gusti di un pubblico formato non solo da jazzofili della vecchia guardia.

ph. F. Baroni

Nell’anno della consacrazione, Francavilla è Jazz sta crescendo sempre più sotto ogni punto di vista: dall’organizzazione alla nutrita presenza di pubblico, dall’esposizione mediatica all’eccelsa proposta artistica. Per questo il plauso più grande va in primis ad Alfredo Iaia, Deus ex machina e direttore artistico del festival, a Roberto Passaro, responsabile organizzativo, all’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana per l’indispensabile contributo e ai numerosi sponsor privati. Il successo ottenuto in questi dieci anni, divulgando cultura musicale sempre in forma gratuita, è frutto di un elogiabile lavoro di squadra, con uno staff che lavora alacremente affinchè si possano raggiungere traguardi così ambiziosi anche in situazioni difficili. A proposito di difficoltà, quest’anno Alfredo Iaia e Roberto Passaro, con il beneplacito dell’Amministrazione Comunale, sono riusciti a risolvere brillantemente un problema creatosi per il concerto di Richard Galliano New York Tango Trio, il primo in programma per Francavilla è Jazz 2023. In calendario martedì 5 settembre in “Piazza Giovanni XXIII”, questo live è stato spostato lo stesso giorno al Cinema Teatro Italia a causa delle pessime previsioni meteo, poiché altrimenti sarebbe stato annullato. Considerando il blasone di un musicista mondiale come Richard Galliano, i cultori del jazz (e non solo) giunti per assistere al concerto erano circa mille.

ph. A. Tomaselli

Il teatro, però, ha una capienza massima di cinquecento posti, motivo per cui la metà degli spettatori, costretta a rimanere fuori per ovvie ragioni, non poteva vedere dal vivo il trio del fisarmonicista italo-francese. Ma grazie alla felice intuizione del direttore artistico, del responsabile organizzativo e alla profonda umanità, sensibilità e generosità di un galantuomo come Galliano, il concerto si è tenuto in doppio set proprio per accontentare tutti coloro che, senza questa brillante idea “last minute”, e senza il nobile gesto del musicista, avrebbero perso una ghiotta occasione di partecipare a un evento di tale spessore. Francavilla è Jazz è molto più di un festival, è un vero e proprio gioiello culturale che accoglie e coccola gli artisti sempre gratificati anche sul piano umano. L’arte, del resto, in questo caso specifico la musica, è condivisione. E la rassegna di Francavilla Fontana rappresenta un preclaro esempio da emulare. Lunghissima vita a Francavilla è Jazz!

 

Francavilla è Jazz
10 settembre 2023, Piazza Giovanni XXIII, Francavilla Fontana

Gegè Telesforo, voce e percussioni
Matteo Cutello, tromba
Giovanni Cutello, sax alto
Christian Mascetta, voce e chitarra
Vittorio Solimene, organo Hammond e tastiere
Michele Santoleri, batteria

 

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FRANCAVILLA È JAZZ | Bagliori di coltraniana memoria nel quartetto di Chico Freeman e Antonio Faraò https://www.soundcontest.com/francavilla-e-jazz-bagliori-di-coltraniana-memoria-nel-quartetto-di-chico-freeman-e-antonio-farao/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=francavilla-e-jazz-bagliori-di-coltraniana-memoria-nel-quartetto-di-chico-freeman-e-antonio-farao Sun, 10 Sep 2023 09:05:28 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=62017 Far rivivere lo spirito di un’icona sacra come John Coltrane senza mia scadere in pedisseque emulazioni. Questo è stato il manifesto del concerto di Chico Freeman & Antonio Faraò Quartet, il quinto in programma per la X edizione di Francavilla è Jazz. Piazza Giovanni XXIII, stracolma di gente, ha applaudito a scena aperta il quartetto […]

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Far rivivere lo spirito di un’icona sacra come John Coltrane senza mia scadere in pedisseque emulazioni. Questo è stato il manifesto del concerto di Chico Freeman & Antonio Faraò Quartet, il quinto in programma per la X edizione di Francavilla è Jazz. Piazza Giovanni XXIII, stracolma di gente, ha applaudito a scena aperta il quartetto diretto da due stelle del jazz internazionale: il sassofonista Chico Freeman e il pianista Antonio Faraò, coadiuvati da due eccellenti compagni musicali come Makar Novikov al contrabbasso e Pasquale Fiore alla batteria.

Pietre miliari autografate da Coltrane e brani originali frutto della fertilità compositiva di Freeman e Faraò, i pezzi presenti in repertorio. Il jazzista americano, monumento vivente del sassofono, si è sorprendentemente espresso con un fraseggio più placido rispetto al suo solito playing vibrante, adornato da ipnotiche virate nell’outside phrasing e da un’eleganza comunicativa degna di nota. Antonio Faraò ha conquistato il pubblico per il suo sussultante pianismo – di chiara declinazione postboppistica – pregno di intarsi contrappuntistici, fervida immaginazione armonica, preziosismi quartali, vertiginose scorribande nel segno dell’out playing, ma soprattutto per la strabiliante indipendenza delle mani attraverso cui ha dato vita a soluzioni ritmiche ingegnose, tensive, al cardiopalma. A sostenere i due solisti, il brillante tandem Novikov-Fiore sempre pronto a fornire quel carburante ritmico volto a esaltare le qualità di Freeman e Faraò.

ph. Michele Dentice

Il concerto di questa formazione ha rappresentato un puro atto d’amore verso Coltrane manifestato con ammirevole rispetto nei confronti del leggendario sassofonista e compositore statunitense, ispirato dalla toccante sensibilità umana e dalla proverbiale personalità artistica di Chico Freeman e Antonio Faraò.

 

Francavilla è Jazz
9 settembre 2023, Piazza Giovanni XXIII, Francavilla Fontana

Chico Freeman, sax tenore
Antonio Faraò, pianoforte
Makar Novikov, contrabbasso
Pasquale Fiore, batteria

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FRANCAVILLA È JAZZ | Fervore e classe in simbiosi nel trio di Enrico Pieranunzi https://www.soundcontest.com/francavilla-e-jazz-fervore-e-classe-in-simbiosi-nel-trio-di-enrico-pieranunzi/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=francavilla-e-jazz-fervore-e-classe-in-simbiosi-nel-trio-di-enrico-pieranunzi Sat, 09 Sep 2023 09:18:49 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=62004 Un dialogo ispirato da un telepatico interplay, da un osmotico feeling, animato da una fervidezza espressiva e da una grazia interpretativa ad alto tasso emozionale. In una gremitissima Piazza Giovanni XXIII – il concerto di Enrico Pieranunzi Trio – quarto live in calendario per la X edizione di Francavilla è Jazz – ha suscitato un […]

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Un dialogo ispirato da un telepatico interplay, da un osmotico feeling, animato da una fervidezza espressiva e da una grazia interpretativa ad alto tasso emozionale. In una gremitissima Piazza Giovanni XXIII – il concerto di Enrico Pieranunzi Trio – quarto live in calendario per la X edizione di Francavilla è Jazz – ha suscitato un tourbillon di vibrazioni interiori in un pubblico particolarmente coinvolto. Formazione diretta da un’istituzione del piano jazz come Enrico Pieranunzi, accompagnato da due sensazionali partner quali Thomas Fonnesbaek al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria, il trio ha proposto un repertorio incentrato soprattutto su brani originali scaturiti dall’illuminante estro compositivo del pianista oltre a un toccante tributo a Luca Flores, fulgido talento del pianoforte jazz prematuramente scomparso ventotto anni fa.

ph. F. Baroni

Pieranunzi è arrivato a toccare vette altissime: le sue inebrianti progressioni, gli ammalianti cromatismi, la sua opulenza armonica e la raffinatezza delle sue incursioni nell’outside playing, hanno alzato il livello dei decibel emozionali degli ascoltatori, incantati dalla profondità comunicativa delle sue composizioni, alcune speziate con pervasive colorazioni mediterranee. Proprio in questi brani, a riprova del suo eclettismo stilistico, Enrico Pieranunzi si è espresso con un fraseggio più zenista, arioso, di ampio respiro. Al suo fianco, Fonnesbaek si è contraddistinto per la precisione chirurgica del timing – enfatizzata da un “4” incalzante carico di swing – e per gli eloqui improvvisativi intrisi di nerbo sostenuti da una strabiliante padronanza strumentale, mentre Roberto Gatto ha architettato trame ritmiche stimolanti, di pregevole fattura, coloristiche in alcuni frangenti. Assistere a concerti in cui i protagonisti sono jazzisti di prima grandezza è salutare, perché il trio di Enrico Pieranunzi è riuscito nell’intento di far vivere un viaggio immersivo in musica, elargendo perle artistiche di cui tutti i presenti ne hanno fatto tesoro, custodendole gelosamente nella loro mente e imprimendole nei loro ricordi esperienziali più preziosi.

 

Francavilla è Jazz
8 settembre 2023, Piazza Giovanni XXIII, Francavilla Fontana

Enrico Pieranunzi, pianoforte
Thomas Fonnesbaek, contrabbasso
Roberto Gatto, batteria

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FRANCAVILLA È JAZZ | L’alta carica swingante di Francesca Tandoi ed Eleonora Strino https://www.soundcontest.com/francavilla-e-jazz-lalta-carica-swingante-di-francesca-tandoi-ed-eleonora-strino/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=francavilla-e-jazz-lalta-carica-swingante-di-francesca-tandoi-ed-eleonora-strino Fri, 08 Sep 2023 08:11:07 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=61989 Fedeli alla tradizione jazzistica, segnatamente al bebop, come un atto di devozione e di profondo rispetto verso l’idioma e la grammatica di questo genere musicale. Corso Umberto I è stata la splendida venue del concerto del D.U.O. Francesca Tandoi ed Eleonora Strino, terzo appuntamento in programma per la X edizione di Francavilla è Jazz. La […]

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Fedeli alla tradizione jazzistica, segnatamente al bebop, come un atto di devozione e di profondo rispetto verso l’idioma e la grammatica di questo genere musicale. Corso Umberto I è stata la splendida venue del concerto del D.U.O. Francesca Tandoi ed Eleonora Strino, terzo appuntamento in programma per la X edizione di Francavilla è Jazz.

La sfavillante cantante e pianista Francesca Tandoi e la talentuosa chitarrista e cantante Eleonora Strino hanno deliziato il folto pubblico presente fra standard appartenenti alla tradizione jazzistica, omaggiando alcune figure iconiche come Wes Montgomery, George Gershwin, Duke Ellington e non solo, oltre a proporre alcune loro composizioni originali. La pianista ha rapito l’attenzione degli spettatori con il suo incandescente fraseggio di chiara matrice boppistica, sorretto da un’eccellente tecnica e da un viscerale senso dello swing, distinguendosi quindi per un playing figlio di un’enciclopedica conoscenza della pronuncia jazz e del linguaggio jazzistico. Mentre alla voce, dal timbro caldo e suadente, ha brillato in particolar modo nello scat su It Don’t Mean a Thing (Irving MillsDuke Ellington).

ph. Franzi Baroni

Intriganti anche i suoi brani originali, profondamente ispirati all’era bebop e all’epoca soul jazz. Eleonora Strino, elegante pure da cantante, ha suscitato l’entusiasmo degli ascoltatori con il suo fraseggio fluido, spigliato, ricorrendo sovente a pentatoniche e scale blues di grande appeal e contraddistinguendosi inoltre per la focosità espressiva tipica dei bopper. Sorprendenti e fascinose le sue composizioni originali che – contrariamente al suo stile idiomatico – hanno assai colpito per un imprinting più mediterraneo dovuto anche alla sua napoletanità – e per sensibilità melodica e armonica.

ph. Roberto Passaro

Illuminate da un feeling e da un interplay subito riconoscibili, Francesca Tandoi ed Eleonora Strino hanno soddisfatto appieno il palato fine di tutti i jazzofili della prima ora, quelli più legati al mainstream, raccontandosi in note con spontaneità comunicativa, generosità interpretativa e interagendo con gli astanti coinvolgendoli spassosamente.

 

Francavilla è Jazz
7 settembre 2023, Corso Umberto I, Francavilla Fontana

Francesca Tandoi, voce e pianoforte
Eleonora Strino, voce e chitarra

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FRANCAVILLA È JAZZ | Il “canto” del mantice di Galliano e l’energia del suo trio https://www.soundcontest.com/francavilla-e-jazz-il-canto-del-mantice-di-galliano-e-lenergia-del-suo-trio/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=francavilla-e-jazz-il-canto-del-mantice-di-galliano-e-lenergia-del-suo-trio Wed, 06 Sep 2023 07:19:09 +0000 https://www.soundcontest.com/?p=61949 Un’abbacinante summa di poesia e magia in note disvelata attraverso fascinazioni e suggestioni che hanno lasciato un segno indelebile, fra tango e colorazioni jazzistiche. La X edizione di Francavilla è Jazz, prestigioso festival egregiamente diretto da Alfredo Iaia, evento di punta dell’estate francavillese realizzato grazie al contributo dell’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana e al sostegno […]

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Un’abbacinante summa di poesia e magia in note disvelata attraverso fascinazioni e suggestioni che hanno lasciato un segno indelebile, fra tango e colorazioni jazzistiche. La X edizione di Francavilla è Jazz, prestigioso festival egregiamente diretto da Alfredo Iaia, evento di punta dell’estate francavillese realizzato grazie al contributo dell’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana e al sostegno degli sponsor privati, si è aperta con il concerto di Richard Galliano New York Tango Trio, formazione stellare diretta dalle sapienti mani di Galliano, uno fra i più grandi fisarmonicisti degli ultimi cinquant’anni, e completata da due eccezionali partner come Adrien Moignard alla chitarra e Diego Imbert al contrabbasso. A causa delle condizioni meteo assai precarie, la prima serata della rassegna si è svolta al Cinema Teatro Italia, venue scelta al posto di Piazza Giovanni XXIII.

Il trio del fisarmonicista italo-francese ha letteralmente mandato in visibilio il caloroso pubblico presente, che ha riservato scroscianti applausi ai tre protagonisti. “Cully 2022”, nuova opera discografica della formazione che comprende brani originali figli della rigogliosa vena compositiva di Galliano e personali tributi al leggendario Astor Piazzolla, il repertorio proposto per questo live. Il fisarmonicista ha incantato gli astanti con il suo alto senso estetico, esprimendosi con un fraseggio intriso di profondo senso melodico dallo spirito narrativo e descrittivo, luminosa cantabilità, toccante lirismo e travolgente energia interpretativa.

ph. R. Passaro

Al suo fianco hanno brillato Adrien Moignard – con il suo regale virtuosismo e la sua levità espressiva – e Diego Imbert – metronomico nel comping e sempre al servizio del trio con la sua spiccata musicalità. Ma come spesso accade, la grandezza di un artista è corroborata da un’umanità più unica che rara. Anche in questo Richard Galliano ha dimostrato di essere un numero uno, poiché per via della capienza massima di 500 posti del “Cinema Teatro Italia”, lui ha deciso di suonare in doppio set per accontentare i numerosissimi jazzofili (e non) che nel primo set non hanno potuto assistere al concerto a causa dell’esaurimento posti. Un gesto, questo, che dà l’idea della commovente generosità e dell’enorme rispetto di un uomo che fa della sensibilità, non solo musicale, una delle sue maggiori peculiarità. La decima edizione di “Francavilla è Jazz” è iniziata all’insegna della passione e dell’entusiasmo, grazie a un trio capace di donarsi con amore a un pubblico estasiato e grato che, dopo aver vissuto questa esperienza, si è interiormente arricchito.

ph. A. Tomaselli

Francavilla è Jazz
5 settembre 2023, Cinema Teatro Italia, Francavilla Fontana

Richard Galliano, fisarmonica
Adrien Moignard, chitarra
Diego Imbert, contrabbasso

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